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Didattica a distanza alle superiori: dure prese di posizioni da Collegio Docenti e Associazione studentesca

27 nov 2020
Didattica a distanza alle superiori: dure prese di posizioni da Collegio Docenti e Associazione studentesca
Didattica a distanza alle superiori: dure prese di posizioni da Collegio Docenti e Associazione studentesca

Sulla didattica distanza per le scuole superiori disposta dal Decreto -Legge 26 novembre 2020 n. 206 duro intervento sia del Collegio Docenti che dall'Associazione studentesca.

"La Scuola Secondaria Superiore è l’unico edificio, su tutto il territorio dello Stato, a dover serrare le porte ai propri utenti, i suoi studenti – scrivono i docenti. Decisione presa senza che vi sia stato il minimo coinvolgimento delle persone interessate e a fronte di 6 positivi su 600 studenti e 0 tra le 109 persone che lavorano nell'istituto, per una percentuale di positivi dello 0,84% sul totale di 709 persone. Di 6 studenti positivi, 4 sono casi indice, cioè hanno determinato la messa in quarantena delle classi: non essendosi verificato nessun focolaio nelle loro classi, è verisimile (in alcuni casi è certo) che si siano positivizzati in ambiente extrascolastico.

I Docenti, nella nota, sottolineano che da giugno hanno elaborato modelli flessibili che consentissero di dare risposte efficaci e proporzionali al livello di gravità della situazione epidemiologica, tutelando quanto più possibile la didattica in presenza. In particolare una tutela per le classi quinte: 104 studenti maggiorenni, con una bassissima incidenza sul trasporto pubblico. Per altri gli studenti, dal primo al quarto anno, era stata prevista un’alternanza settimanale di didattica in presenza e a distanza, in modo da limitare i disagi, preservare lo svolgimento ordinato della didattica e l’elemento essenziale della socialità. Ma, lamentano, le proposte non sono state considerate.

Sulla stessa linea anche gli studenti, che tramite l'Associazione studentesca, esprimono il loro dissenso in merito alle disposizioni previste. “Sono un’imposizione che non tiene conto dell’incidenza della diffusione del virus in termini di statistica. Il diritto all’istruzione, come quello alla sanità – continuano - sono diritti imprescindibili dei cittadini e la chiusura totale della scuola in presenza lede tale diritto. Anche se noi studenti del liceo siamo autonomi e riusciamo a gestire le attività scolastiche in DaD, l’esperienza dell’anno passato ci ha fatto capire che la didattica a distanza non è efficace: senza l’ambiente sociale si perde la motivazione allo studio e si vive la scuola in modo negativo. In questo periodo di emergenza sanitaria, inoltre, la scuola è ormai rimasta uno dei pochi luoghi di socializzazione per noi ragazzi e la sua chiusura provoca svantaggi psicologici e sociali. Auspichiamo – concludono - che venga rivalutata quanto prima la possibilità di attivare una didattica in presenza o in forma mista.




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