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Dipendenti pubblici: occhio alle regole nell'uso dei social, a rischio anche il posto

Sul Titano già alcuni casi di lavoratori PA che non hanno rispettato le prescrizioni

di Mauro Torresi
4 lug 2020

Occhio a come si utilizzano i social network e gli altri media: un insulto tramite il proprio profilo o una foto un po' troppo sopra le righe potrebbero costare caro al dipendente pubblico che non segue le regole. Con una circolare diffusa ad aprile, la Direzione della Funzione pubblica ricorda che è necessario rispettare le disposizioni. Quando il lavoratore della PA comunica con l'esterno deve, tra le altre cose, usare moderazione e rispettare la verità dei fatti.

Le situazioni-tipo potrebbero essere le più diverse: dal dipendente che usa parole offensive nei confronti del dirigente, membri di Governo o rappresentanti delle istituzioni fino alla pubblicazione di immagini che ritraggono la persona in una condizione non consona al proprio ruolo e che leda il decoro della propria professione. La circolare è a scopo preventivo, anche se a San Marino finora ci sono già stati due richiami verbali e una sanzione disciplinare per un dipendente che si era espresso con una terminologia definita “inappropriata ed eccessiva” in merito a degli atti politici e amministrativi. Cittadino che si è poi scusato via social.

I lavoratori, specifica la Direzione della Funzione Pubblica, possono usare i social, così come tutti i cittadini, per dire la loro su attività e iniziative dell'esecutivo e dell'Amministrazione, ma senza violare i doveri professionali. I criteri da rispettare sono stati elaborati dalla giurisprudenza italiana e sono applicabili anche nell'ordinamento sammarinese. Tra i doveri, anche quello della riservatezza. Le sanzioni disciplinari sono, progressivamente, l'ammonizione, la censura, la sospensione dal servizio e, nei casi più gravi, il licenziamento. Nei procedimenti disciplinari si valuta anche se il comportamento sia stato ripetuto nel tempo. E con un decreto di febbraio si è regolato anche l'uso dei social media da parte delle Segreterie di Stato e l'utilizzo dei profili degli stessi Segretari.


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