Distruzione e speranza: per le vie di Castelsantangelo sul Nera devastate dal terremoto - IL RACCONTO

I piccoli centri abitati dell'alto Maceratese sono come paesi bombardati. Macerie ai lati delle strade, poche persone davanti al bar e forze dell'ordine ovunque. Sulla superstrada 77 è tutto tranquillo, finché non ci si avvicina ai Sibillini. Per arrivare a Castelsantangelo sul Nera, uno dei comuni più colpiti dal sisma, bisogna passare per i controlli delle autorità. Qui ci sono solo crepe, orologi fermi e natura modificata dal terremoto: la terra si è spostata, il Nera ha aumentato la sua portata, altri corsi non scorrono più.

Muoversi tra la devastazione è impossibile: ci fa strada Marco Urbani, della protezione civile, che ci porta fino alla frazione di Nocria. Lui era in paese nei momenti in cui i sismografi hanno toccato i 6,5 gradi di magnitudo. Poco lontano da Nocria, c'è quel che resta della casa di riposo. E' rimasto tutto fermo alle ore della fuga: letti da rifare e tovaglie sui tavoli della mensa.

Per le vie di Castelsantangelo si respira aria di finta tranquillità. C'è rassegnazione, ma anche voglia di ricominciare. Due importanti aziende hanno riaperto. Si aspetta la futura ricostruzione, tra controlli geologici, il desiderio di una casa temporanea vivibile e lavoro da ricreare.

Mauro Torresi

Nel servizio, l'intervista a Marco Urbani, coordinatore della protezione civile di Castelsantangelo sul Nera

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