SALUTE

Disturbi alimentari e body shaming: quando entrano anche nello sport. Il seminario Unirsm

Lo sport fa bene all'anima e al corpo, ma quando diventa contesto di sofferenza è necessaria una riflessione. Nell'ambito dei corsi di alta formazione dell'Università di San Marino, il seminario "Vittimologia e Sport" approfondisce attraverso i suoi relatori le discriminazioni e i tormenti che a volte si nascondono nel mondo dell'attività fisica. A partire dal bodyshaming. "Con l'esplosione dei social è dilagato in tutti gli ambiti, anche nello sport - commenta Lorenza Mel, avvocata ed esperta di diritto sportivo -. Di recente è stato istituito (e la Federazione ginnastica è stata la prima) il Safeguarding office, che ascolta atleti e staff e raccoglie informazioni su possibili abusi come body shaming, molestie, bullismo, e riferisce alla Federazione". Sentirsi a disagio con il proprio corpo può innescare meccanismi mentali che nel peggiore dei casi portano a soffrire di disturbi dell'alimentazione, specialmente tra i più giovani.

"Dopo il Covid c'è stata un'esplosione dei disturbi dell'alimentazione - afferma Alberto Fiorito, direttore Master Nutraceutica Unirsm -. Non solo bulimia e anoressia nervosa, ma anche disturbi nuovi come la vigoressia, ovvero la tendenza a isolarsi e far crescere la propria massa muscolare, probabilmente per il bisogno di farsi notare in qualche maniera. Questi disturbi non vanno trascurati perché sono patologie gravi, con danni a volte reversibili ma altre irreversibili. Se la presa di coscienza è da parte del malato è fondamentale chiedere aiuto. Se invece se ne accorgono coloro che gli stanno attorno, per aiutarlo devono rivolgersi al medico e a tutte le strutture a disposizione".

Nel video le interviste a Lorenza Mel (avvocata ed esperta di diritto sportivo) e Alberto Fiorito (direttore Master Nutraceutica Unirsm)

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