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Donare il sangue, vantaggi e falsi miti

Donare il sangue, vantaggi e falsi miti.

In Italia ogni giorno oltre 1.800 persone necessitano di trasfusioni per poter sopravvivere. L'epidemia di Coronavirus ha portato ad un calo delle donazioni di sangue per timore di possibili contagi, mettendo il nostro Servizio Sanitario Nazionale di fronte ad una ulteriore difficoltà. È importante dunque che le donazioni riprendano normalmente. Ciascuno di noi può contribuire, con un gesto che non mette in alcun modo a rischio la salute di chi lo compie, mentre dà un grande aiuto a quella di chi ne è destinatario. Ecco le riposte del Ministero della Salute alle domande più diffuse sulla donazione di sangue.

Chi può donare il sangue

La donazione di sangue è aperta a tutti i cittadini italiani e stranieri che dispongano di un documento di identità valido. Per poter donare sono richiesti:

- Età compresa tra i 18 e i 65 anni (in alcuni casi è possibile donare fino a 70, previo il consenso del medico selezionatore)

- Peso corporeo non inferiore ai 50 chilogrammi

- Buono stato di salute

- Pressione arteriosa non superiore a 180/100 mmHg.

- Frequenza cardiaca regolare, compresa tra 50 e 100 battiti/minuto.

- Livelli di emoglobina uguali o superiori a 13,5 g/dL nell’uomo e uguali o superiori a 12,5 g/dL nella donna.

E’ bene avvertire sempre il medico selezionatore delle eventuali malattie presenti o passate e specificare, in caso, se e quali farmaci si assumono regolarmente come terapia. A seconda delle patologie (presenti, passate o croniche) esistono infatti dei protocolli che prevedono la possibilità di donare, ma anche l’eventuale esclusione permanente o la sospensione temporanea dalla donazione.

Chi ha tatuaggi o piercing può donare?

Si, può assolutamente donare il sangue ma deve aspettare 4 mesi dal momento della realizzazione del tatuaggio, del piercing o di altre procedure assimilabili come l’agopuntura poiché non essendo possibile accertare che nelle procedure indicate siano state rispettate tutte le norme igieniche e sanitarie, bisogna considerare l’ipotesi che la strumentazione utilizzata potrebbe essere veicolo di infezioni. L’intervallo di 4 mesi serve dunque a far passare l’intervallo di tempo che passa dal momento del contagio a quando il virus diventa effettivamente rilevabile tramite un apposito test.

Dove andare per donare il sangue

Per donare il sangue si può andare:

- in uno dei 278 servizi trasfusionali o nei punti di raccolta ospedalieri di tutta Italia,

- in una delle circa 1.300 unità di raccolta allestite da un’associazione di volontari (le principali sono AVIS, Croce Rossa, Fidas e Fratres).

In alternativa è comunque possibile donare il sangue in una unità mobile, le cosiddette autoemoteche, accreditate e autorizzate dalle competenti autorità regionali.

Come si svolge la donazione del sangue

Prima di recarsi al servizio trasfusionale o all’unità di raccolta associativa è bene che il donatore contatti la struttura o associazione di riferimento per prenotare la donazione. In questo modo si potranno evitare file garantendo il rispetto delle misure di sicurezza previste per il Covid-19. L'aspirante donatore, munito di un documento di identità valido, arrivato al servizio trasfusionale o all’unità di raccolta, dovrà compilare un questionario, sottoscritto dal donatore e dal medico responsabile della selezione dei donatori, che servirà al medico selezionatore per individuare eventuali motivi di sospensione temporanea o di esclusione dalla donazione. Dopo il colloquio con il medico, all’aspirante donatore verranno prelevati dei campioni di sangue per effettuare dei test che servono a garantire che il sangue raccolto sia sicuro e adatto per una futura trasfusione. Nello specifico il sangue del donatore viene sottoposto a: test HIV, epatite B, epatite C e sifilide, emocromo completo, determinazione del gruppo sanguigno e del livello di emoglobina nel sangue. A seconda delle politiche adottate dalla struttura scelta, il donatore, superata la selezione, procederà con una donazione immediata, oppure potrà tornare a casa per esser convocato in un secondo momento (donazione differita). Se dagli esami di laboratorio effettuati risulta qualche anomalia, il donatore viene tempestivamente informato e invitato ad eseguire ulteriori accertamenti e visite specialistiche.

Per la donazione non è richiesto il digiuno, ma si consiglia di effettuare una colazione leggera con caffè o thè o succhi di frutti, biscotti secchi o fette biscottate, frutta e/o marmellata o miele. È preferibile evitare latte e cibi contenenti grassi in genere.

I diversi tipi di donazione

Al momento della donazione l'aspirante donatore sarà indirizzato verso la scelta del tipo di donazione più adatta alle sue caratteristiche. La procedura più comune è la donazione di sangue intero, che dura circa 15 minuti, ed è possibile effettuarla ogni 90 giorni (massimo quattro all’anno). Le donne in età fertile possono invece fare al massimo 2 donazioni di sangue intero l’anno, con un intervallo minimo di tre mesi. Nei giorni di ciclo mestruale è preferibile non donare, mentre in gravidanza la donazione è vietata. Dopo il parto o un’interruzione di gravidanza si prevede una sospensione per sei mesi.

Una volta raccolta una sacca, pari a 450 ml, il sangue viene scomposto nelle sue tre componenti principali (globuli rossi, plasma, piastrine), che poi verranno utilizzate separatamente.

L’alternativa più frequente è la donazione di plasma, che si ottiene tramite un processo chiamato "plasmaferesi" in cui vengono prelevati circa 600-700 ml di plasma.  Dura circa 50 minuti e si può ottenere grazie a un separatore cellulare collegato alla cannula (l’ago che viene inserito in vena). Tale separatore separa il plasma dalle altre cellule del sangue, che vengono reinfuse nel circolo sanguigno. Il plasma donato si ricostituisce in poco tempo ed è possibile donare ogni 14 giorni. La donazione di plasma, oltre che per le trasfusioni, serve anche alla produzione di medicinali plasmaderivati, come ad esempio l’albumina.

Un’alternativa meno frequente è poi la cosiddetta piastrinoaferesi, ossia la donazione delle sole piastrine: dura circa un'ora e mezza e il procedimento è simile a quello della plasmaferesi. È possibile effettuare fino a 6 piastrinoaferesi l’anno. La donazione di piastrine serve a creare, tra le altre cose, dei composti, noti come gel piastrinici, che vengono utilizzati principalmente per accelerare i processi di cicatrizzazione. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

Permesso di lavoro per la donazione

Il donatore di sangue, lavoratore dipendente, ha diritto ad ottenere un permesso di lavoro per l’intera giornata in cui effettua la donazione, conservando la normale retribuzione per l’intera giornata lavorativa (art8, legge219/2005). Una volta effettuata la donazione il personale del servizio trasfusionale o dell’unità di raccolta dovranno fornirgli un attestato di avvenuta donazione che poi dovrà essere consegnato al datore di lavoro.

Donare il sangue a un parente

La donazione in Italia è anonima, e non è possibile "indirizzare" il sangue donato

La donazione del sangue periodica

La donazione periodica è fondamentale poichè poter contare su una base solida di persone disposte a donare permette una migliore programmazione e anche un intervento tempestivo, ad esempio con chiamate "ad hoc", in caso di carenze.

Quali vantaggi hanno questi donatori?

Il primo vantaggio è quello di salvare molte vite. Essere un donatore periodico permette inoltre di tutelare la propria salute grazie a una serie di esami come glicemia, creatininemia, alanin-amino-transferasi, colesterolemia totale e HDL, trigliceridemia, protidemia totale, ferritinemia, che vengono effettuati con cadenza almeno annuale. Il medico selezionatore può inoltre, a sua discrezione, prescrivere esami ulteriori.


Benedetta de Mattei

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