Dopo lo stop della riforma a Rimini si parla del futuro delle imprese balneari

"Abbiamo perso una battaglia, ma la guerra è ancora tutta da giocare". Così esordisce il Presidente Oasi Confartigianato Giorgio Mussoni questa mattina a Rimini.
L'incontro annuale si è inserito proprio nei giorni più "caldi" degli ultimi mesi in seguito alla mancata approvazione al Senato - di mercoledì scorso - della nuova legge di riforma riguardante la revisione e il riordino delle concessioni demaniali marittime.
Presenti anche i parlamentari riminesi Sergio Pizzolante e Tiziano Arlotti.
Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha stabilito la non validità della proroga al 2020, un anno fa era stato approvato alla Camera un emendamento che rendeva valide - in attesa della legge di riforma - le concessioni in essere, come ha spiegato il vicecapogruppo di Ap Pizzolante. "Chi l'ha impedita – ha spiegato - si è assunto la responsabilità che l'Europa possa prendere un'iniziativa di nuova infrazione che porterebbe immediatamente alle gare".
All’assemblea erano presenti operatori balneari veneti, abruzzesi, laziali, toscani, oltre a quelli romagnoli e marchigiani, che lamentano tutti in coro la difficoltà nello stare sul mercato senza avere sicurezze normative. "Questo gap ci penalizza – ha detto Marco Pardi, vicepresidente dell'Oasi – abbiamo bisogno di certezze". E ancora Mussoni sottolinea il valore della compattezza in "questa interminabile vicenda – così l'ha definita – che ci ha procurato e sta procurando enormi danni".
Il clima che si respira è teso: gli operatori chiedono che venga riconosciuto il valore commerciale dell'impresa, oltre a una indispensabile fase di transizione.
E anche il deputato del Pd Arlotti insiste sull'importanza di una regolamentazione che venga chiusa in tempi rapidi per consentire investimenti, innovazione e conferire maggiore attrattività al territorio.

Silvia Sacchi

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