Eluana, varato il decreto ma Napolitano dice no

Eluana, varato il decreto ma Napolitano dice no.
“E’ fuori discussione: si andrà avanti; la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione artificiale, cominciata oggi, non verrà interrotta”. Parole inequivocabili quelle dei legali della famiglia Englaro; giunte al termine di una giornata convulsa, che ha visto un muro contro muro tra Governo e Presidente della Repubblica. Si attendeva il decreto-legge per impedire l’attuazione della sentenza della Corte d’Appello che autorizza lo stop dei trattamenti su Eluana. E il decreto è arrivato, approvato all’unanimità.
“Se non intervenissi così - ha detto il premier Berlusconi - sentirei personalmente di aver compiuto una omissione di soccorso”. La doccia fredda per l’esecutivo, anticipata da una lettera inviata dallo stesso Napolitano a Berlusconi durante i lavori del Consiglio dei Ministri, è arrivata poco dopo l’approvazione del decreto. Il Presidente della Repubblica si è rifiutato di firmarlo. "Non posso nell'esercizio delle mie funzioni - ha detto Napolitano -, farmi guidare da altro che da un esame obiettivo della rispondenza o meno di un provvedimento legislativo di urgenza alle condizioni specifiche prescritte dalla Costituzione e ai principi da essa sanciti".
Dunque il decreto non è tecnicamente emanato e i medici che hanno in cura Eluana, probabilmente, non riprenderanno l’alimentazione. Aspre critiche dal Vaticano. “Sono profondamente deluso dalla decisione di Giorgio Napolitano – ha dichiarato il cardinal Martino –; in tutte queste diatribe politiche si ammazza una persona”. Di segno opposto la reazione del Presidente della Camera Gianfranco Fini, preoccupato del fatto che il Governo non abbia accolto l’invito del Capo dello Stato ad evitare un contrasto in materia di decretazione d’urgenza.

Gianmarco Morosini

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