
“ERA MIO FIGLIO – E VOLEVA UCCIDERMI”: un pugno allo stomaco la storia di Monica Marchioni. Il suo racconto va oltre la cronaca, scava nella carne, nei sensi di colpa, negli incubi di chi non è morto ma non è nemmeno più vivo. Dalla terribile notte del 15 aprile di quattro anni fa, in una casa come tante in provincia di Bologna, Monica non sorride più. Quella notte suo figlio Alessandro Leon, all'epoca 19enne, cerca di ucciderla con un piatto di pasta avvelenata. Lei sopravvive, il patrigno no. Davanti a lei non c'è più il bambino amorevole a cui ha dato la vita e che ha visto crescere, ma un ragazzo freddo, dagli occhi diabolici, che con lucida calma cerca di finire il lavoro, prima con altro veleno e poi colpendo, soffocando. Nel libro, scritto con la giornalista e criminologa Cristina Battista, Monica non rivive solo l'orrore di quella notte, il processo, il senso di vuoto, la perdita dell'amato marito con cui aveva costruito la famiglia che sognava, ma anche lo smarrimento, la voglia di mettere fine a tanto dolore, e poi la domanda a cui cerca di dare una risposta: perché? Ma ce n'è un'altra, ancor più intima, che ci riguarda tutti: cosa sappiamo dei nostri figli? Monica e Cristina affrontano insieme un viaggio faticoso, che fa male a chi scrive e a chi legge. Un atto di coraggio e generosità, per chi ha affrontato o sta affrontando lo stesso inferno.