'Le frequenze della telefonia mobile sono potenzialmente cancerogene', dichiara Vornoli. E il 5G peggiora la situazione

Ora è provato. Le radiofrequenze prodotte da ripetitori e trasmettitori per la telefonia mobile 2G e 3G sono nocive per la salute umana. Come dichiara Andrea Vornoli, ricercatore dell'Istituto Ramazzini di Bologna "con la nostra ricerca sperimentale su cavie uomo-equivalenti, abbiamo mostrato delle evidenze di cancerogenesi".

Il team di ricerca ha da poco pubblicato i risultati dello studio, il più grande mai realizzato su queste radiazioni. Sui ratti da laboratorio esposti ai campi elettromagnetici GSM da 1.8 Ghz, quelle delle antenne della telefonia mobile, sono stati riscontrati rari tumori maligni a cuore e cervello. A risultati analoghi sono giunti anche i patologi del National Toxicology Program.

Cosa accadrà ora con l'installazione a San Marino di 10 antenne 5G? "Ci si sposterà ad una frequenza maggiore, nel range di quelle utilizzate nei forni a microonde - afferma Vornoli -. Per poter far funzionale l'Internet of Things (quello che fa dialogare tra loro i dispositivi smart), occorrerà un'intensità superiore". Al momento l'unico suggerimento che si può dare ai cittadini è quello di applicare i principi di precauzione. Sarebbe quindi sicuramente bene, quando possibile, utilizzare un telefono a fili; parlare tramite auricolari o vivavoce; evitare di usare il cellulare quando il segnale è molto debole; tenere i dispositivi mobili più lontano possibile dalle aree sensibili del corpo (quindi evitare di portarlo nelle tasche anteriori dei pantaloni); spegnere il wifi di notte; posizionare il cellulare lontano dal letto durante il sonno; non utilizzare il telefonino in spazi chiusi come auto e treno; non farlo assolutamente utilizzare dai bambini.

Dagli organizzatori e dal relatore l'invito alle Segreterie di Stato a Territorio, Sanità e Telecomunicazioni, invitate ma non presenti al tavolo, è "di anteporre sempre la salute pubblica allo sviluppo della tecnologia". "Ora - conclude il ricercatore - è impossibile per IARC (International Agency for Research on Cancer) e istituzioni non tenere in considerazione il nostro studio".

fm

Nel video le dichiarazioni di Andrea Vornoli, ricercatore dell'Istituto Ramazzini

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