Frode IVA: il rapporto dell'agenzia Entrate delle Marche

Frode IVA: il rapporto dell'agenzia Entrate delle Marche.
La parte dedicata a San Marino, nel documento dell'agenzia per le entrate marchigiana, è limitata, ma significativa, per almeno tre motivi. Segue di pochi giorni le osservazioni critiche dell'agenzia delle entrate dell'Emilia Romagna e riporta alla mente il '97, anno nero per San Marino con il cosidetto accerchiamento da parte delle fiamme gialle. L'uomo politico italiano di riferimento nel contrasto all'evasione fiscale è lo stesso di allora, il viceministro Vincenzo Visco. E - stando ad indiscrezioni - in una recente riunione del G25, l'organismo che riunisce i direttori delle amministrazioni fiscali dei paesi membri dell'Unione Europea, sarebbe stato rinfacciato all'Italia di utilizzare San Marino come 'paradiso fiscale'. Questo per fotografare il clima in cui si sussegueno gli apprezzamenti negativi, rivolti - da fuori - all'economia sammarinese. Tornando, nello specifico, al rapporto annuale dell'agenzia delle entrate marchigiana, si legge che, tra i fenomeni piu' comuni di evasione Iva ci sono 'interscambi con la Repubblica di San Marino che si concretizzano sostanzialmente in passaggi fittizi di merce con l'intervento di società reali e fittizie al fine di abusare sia delle norme sulle importazioni che delle esportazioni e far altresì perdere le tracce delle merci che, dichiarata l'esportazione, vengono in realtà vendute sul mercato nero. 38 soggetti sono stati segnalati con potenziali indizi di pericolosità. 8 posizioni sono già state oggetto di attività istruttoria che si è conclusa con la constatzione di una maggiore imposta per 1milione 191mila 223 euro. Dallo stesso rapporto si evince anche un altro dato di indubbia importanza e cioè il gettito iva annuale totale, versato dagli operatori sammarinesi. L'ufficio di Pesaro infatti, è competente per l'intero territorio italiano. Ebbene, nel 2005, attraverso il cosiddetto modulo F23, le fatture sammarinesi emesse nei confronti di operatori economici italiani sono state 278.858 per un ammontare complessivo iva pari a 65.734.959 euro. In netta flessione rispetto all'anno precedente, quando le fatture emesse erano state quasi 280mila, mentre l'Iva versata ammontava ad oltre 72milioni di euro.

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