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Gran Bretagna: quarantena per chi arriva da Italia, San Marino e Città del Vaticano

Londra alza l'allerta. Vietati tutti gli incontri al chiuso tra persone non conviventi

Gran Bretagna: quarantena per chi arriva da Italia, San Marino e Città del Vaticano.

La Gran Bretagna rimuove l'Italia, così come San Marino e Vaticano, dalla lista dei Paesi sicuri: chiunque arrivi nel Regno Unito dalla penisola, a partire da domenica dovrà osservare una quarantena di due settimane. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

Mentre l'Istituto Koch di Berlino ha inserito Campania e Liguria tra le regioni ad alto rischio. Ma nel resto d'Europa va anche peggio, e nella prima mappa pubblicata ieri dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) l'Italia è uno dei cinque Paesi che compare in arancione, con la regione Calabria addirittura in verde. Ben 17 Paesi, tra cui la Francia, la Spagna e il Regno Unito sono invece interamente colorati di rosso.

La commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides, preoccupata per l'aumento sempre più rapido dei tassi di infezione, ha lanciato un monito sulle "conseguenze devastanti, sociali ed economiche dei lockdown generalizzati", avvertendo anche che il vaccino non sarà la bacchetta magica. Così come "molto preoccupante" l'Oms ha definito la situazione nel Continente.

La Gran Bretagna, intanto, conta 18.980 casi e 138 morti in un solo giorno. E dopo il coprifuoco decretato a Parigi e nelle maggiori città francesi è la volta di Londra che, da sabato a mezzanotte, passerà al livello di "allerta alta", il secondo nella scala delle restrizioni imposte dal premier britannico Boris Johnson. Oltre alla capitale britannica, il livello 2 è esteso ad altre sette zone. Vietati tutti gli incontri al chiuso tra persone non conviventi che quindi non possono vedersi né in casa né al pub e neppure nei ristoranti che, comunque, avevano già l'obbligo di chiudere alle 22. Rimane possibile incontrarsi all'aperto, ma a gruppi di massimo sei persone.

Lockdown anche per la plenaria del Parlamento europeo che non si svolgerà a Strasburgo ma "sarà in remoto", ha annunciato "con rammarico" il presidente David Sassoli, sottolineando che "Strasburgo rimane la sede del Parlamento europeo e faremo di tutto per tornare".

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