La grande diga di Ridracoli è al suo massimo di capienza

L’acqua di Ridracoli viene dal cielo… e si vede. Purissima, controllatissima e di qualità, perché raccolta nell’invaso in piena Foresta Casentinese, accessibile a tutti a costi minimi. Sistema di produzione integrato con la rete idrica dell’Acquedotto Emiliano Romagnolo che comprende falde di fiumi, potabilizzatori e Montecasale, canale di derivazione del Po. Il prodotto acqua serve le province di Romagna e San Marino. Grazie a un accordo con la regione che scade nel 2013, a tutt’oggi rinnovabile previo nuovo accordo tra aziende, la Repubblica riceve 10 litri al secondo in inverno e fino a 30 in estate con la possibilità di arrivare fino a 50 litri al secondo in situazione di abbondanza sulle riserve risparmiate come si presuppone per l’estate entrante. Salvaguardati negli ultimi mesi grazie alle abbondanti meteore (pioggia e neve) oltre 17 mln di metri cubi d’acqua e raggiunti i 33 mln di massima capienza, si lavoro per il futuro visto che in 4 mesi sono stati prelevati 3 mln rispetto ai 20 milioni di m3 dello scorso anno: programmazione territoriale, iniziative di risparmio idrico e nuovi stili di vita. Come avvenuto a San Marino in passato, la campagna di comunicazione contro gli eccessi e gli sprechi, ha procurato un decremento sensibile dei consumi rendendo diga e lago la riserva d’oro blu di tutti.
Dai mesi difficili prelevando poco e salvaguardando molto per i mesi estivi si risparmierà acqua buona usando al meglio le altre interconnessioni territoriali.
Investendo sui potabilizzatori, le pompe e i canali alternativi in pianura, si valorizzano le prese di bacino dirette: canali di gronda del Corniolo e di Campigna con portate fino a 900 metri cubi al secondo, in media annua 15 milioni di metri cubi, e siccome le piogge in 2 mesi son aumentate del 90% ( da 135 mm a 236 mm) l’emergenza è stata abbattuta dalla raccolta record di 8,5 mln di m3 tra aprile e maggio. Il miracolo dell’acqua sulla diga venuto dal Bidente e Fiumicello con le precipitazioni appenniniche toscane dai bacini indiretti ha trasformato l’habitat e i rami del lago in un luogo di turismo didattico e sostenibile unico; la risorsa acqua prevede un ambiente curato, protetto e naturale. Infrastrutture essenziali per il territorio e il cittadino: l’acqua così è un bene pubblico che si apprezza in privato. Ognuno la porta al suo mulino… perche le macine per produrre il potabile le paghiamo tutti.
C’è qualcosa d’incredibile in questo gigante degli anni Ottanta alto centinaia di metri costruito con 600 mila metri cubi di cemento, in 6 km di cunicoli e gallerie provvisto di 900 sensori per il controllo di qualità, sicurezza e stabilità (la zona è sismica), che usa come indicatore biologico naturale un pesce: la trota fario, sensibile al ‘puro’; e un gambero di fiume grigio, rarissimo nei nostri ecosistemi, altro indicatore antinquinamento tollerante unicamente al ’bello’.

fz

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