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Hashish: nuovo processo per Davide D'Orsi, poche speranze per Zanotti

29 ago 2008
Zanotti in ospedale
Zanotti in ospedale
Finita un’attesa, se ne apre un’altra per la famiglia di Davide D’Orsi. La Cassazione ha annullato la sentenza con la quale la corte d’Appello di Bologna aveva dato parere negativo alla sua estradizione in Grecia.
Si riparte da Bologna. Davide d’Orsi, il 29enne residente a Cesena - raggiunto da un mandato d’arresto europeo perché trovato in possesso, tre anni fa in Grecia, di 21 grammi di hashish - dovrà affrontare un nuovo processo. Lo ha stabilito la Cassazione, che ha così annullato la sentenza con la quale la corte d’Appello aveva dato parere negativo all’estradizione. “Una decisione che ci lascia soddisfatti a metà” commenta il legale del ragazzo Fabrizio Briganti. La questione non è chiusa, ma la buona notizia è che Davide d’Orsi può rimanere in Italia con una certa tranquillità, in attesa del processo.
Per Luca Zanotti, invece, la speranza di evitare l’estradizione è ormai appesa ad un filo sottilissimo: quello della politica. Il rinvio per D’Orsi non gli è d’aiuto. Il 24enne di Santarcangelo è stato dimesso dall’ospedale ed ora si aspetta che lo vengano a prendere da un momento all’altro. Si era sentito male il 21 agosto, dopo aver saputo della convalida del mandato d’arresto europeo.
Quella che era partita come una bravata si è trasformata in un incubo. In Grecia non c’è distinzione tra detenzione a fini personali e spaccio, pochi grammi di droga possono costare dieci anni di galera, e per reati di questo tipo è previsto il carcere preventivo. Il suo avvocato Carlo Alberto Zaina giudica umanamente e legalmente terribile quanto sta accadendo. “Se fosse successo in Italia – dice – questi due giovani avrebbero trascorso solo qualche ora in carcere”. “E’ da 28 anni che faccio l’avvocato e ne ho viste tante – commenta con amarezza – ma questa vicenda è quella che mi ha colpito di più. Non è possibile non indignarsi quando è in gioco la libertà di giovani che rischiano per motivi risibili di finire in un carcere straniero paragonato addirittura ad un girone dantesco. La famiglia Zanotti è prostrata dal dolore. Ma Paolo, il papà di Luca, sta lottando per suo figlio con grande coraggio e dignità. E’ un uomo – commenta l’avvocato Zaina – che merita grande rispetto”.

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