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Identità di genere, Uno di Noi: "Anche a San Marino carriera alias nelle scuole?"

Le istituzioni scolastiche spiegano che, sul Titano, solo in aula ragazze e ragazzi vengono chiamati con i nomi da loro scelti

di Mauro Torresi
13 mar 2023

Dopo l'allarme lanciato nei giorni scorsi da un gruppo di genitori sammarinesi preoccupati per l'introduzione della cosiddetta “educazione gender” nelle scuole, poi smentita dalle istituzioni, l'associazione Uno di Noi torna a intervenire e chiama in causa la Segreteria di Stato all'Istruzione. Gli attivisti chiedono se nelle scuole della Repubblica esistano o meno le “carriere alias”, cioè la possibilità di modificare il nome anagrafico con quello scelto dallo studente o dalla studentessa che non si riconosce nel sesso assegnato alla nascita, nel registro elettronico, negli elenchi e nei documenti scolastici non ufficiali. Procedura permessa già in molti istituti italiani.

Una cosa che, se vera, per Uno di noi, rappresenterebbe un fatto di una “gravità inaudita”, segno di un “relativismo pedagogico e valoriale che – prosegue l'associazione - temiamo governi le decisioni perseguite da alcune dirigenze scolastiche”. Uno di noi parla di un metodo che si sta dimostrando “fallimentare e pericoloso” in diverse parti del mondo, soprattutto per le ragazzine e di un “contagio sociale” che sta “portando a un aumento esponenziale della disforie di genere tra gli adolescenti”.

Le istituzioni scolastiche sammarinesi, da noi interpellate, spiegano che sul Titano, per “carriera alias”, si intende l'assecondare, in aula, le esigenze dello studente o della studentessa che sente di non appartenere al suo sesso 'anagrafico'. Per questo, su richiesta delle famiglie, viene chiamato o chiamata all'interno della classe con il nuovo nome scelto. I documenti scolastici, invece, non cambiano. Nessuna modifica, poi, a tutte le altre attività che, quindi, avvengono in base al sesso di nascita. A San Marino i soli cambiamenti, sottolineano le istituzioni, avvengono dunque in aula.

Il tema ha creato dibattito anche sui social, tra associazionismo e politica. Per Vanessa Muratori (Unione donne sammarinesi) voler impedire la carriera alias alle superiori rappresenta solo un “aumentare la sofferenza nel mondo”. Muratori ricorda l'alto tasso di suicidio o abbandono scolastico delle persone con disforia di genere. Su quest'ultimo aspetto si sofferma Giovanni Zonzini (Rete), per il quale è obbligo di cortesia chiamare una persona come desidera. Ma allo stesso tempo invita a riflettere sulla crescita del fenomeno della disforia soprattutto tra le ragazze. Questione da affrontare, dice, “più seriamente” a livello diagnostico e socio-politico.






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