TELECOMUNICAZIONI

Il Governo si oppone alla messa in liquidazione di Public NetCo e vuole un nuovo cda

Lonfernini: "ricostruire la società e rilanciare un sistema di gestione delle telecomunicazioni con la realizzazione di un'infrastruttura conforme al nostro territorio”

Eravamo rimasti alle richieste di ZTE Italia del rispetto del contratto, con versamento di oltre un milione e 400.000 euro più gli interessi. I pagamenti – lo ricordiamo – erano stati sospesi in attesa della decisione del Congresso se proseguire nella costituzione di una rete di telefonia mobile di proprietà pubblica con il supporto del colosso cinese. Nelle mani dei Segretari di Stato la relazione sulle attività economiche ed amministrative in capo alla Società Public NetCo, relazione discussa in seduta segreta in Commissione Finanze e da cui erano emerse luci ed ombre. Accadeva a luglio. 
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Poi, ad agosto, l'incontro del Governo con ZTE, per gestire la questione in maniera diretta e riprendere il confronto. Riguardo a Public Netco, “riteniamo – afferma il Segretario con delega alle telecomunicazioni Teodoro Lonfernini - che vada riconvocata l'assemblea dei soci e nominato un nuovo consiglio di amministrazione, che riprenda in mano la mission aziendale attraverso volontà precise del governo in termini infrastrutturali, progettuali e gestionali”. Insomma, l'intenzione è ricostruire la società e rilanciare, attraverso Public NetCo, “un sistema di gestione delle telecomunicazioni con la realizzazione – continua Lonfernini - di un'infrastruttura adeguata, conforme al nostro territorio”.

La partita amministrativa rimane aperta e ancora sospeso il versamento a Zte, che nel frattempo ha inviato un'altra lettera di sollecito, chiedendo – alla luce dell'incontro con il Governo - come comportarsi. “Legittimo”, dice Lonfernini, “ci attiveremo con il nuovo cda”. C'è poi un' altra partita da chiudere: riguarda la messa in liquidazione presso il tribunale della società Public Netco, “azione – commenta il Segretario - che il governo ha poco gradito” facendo recentemente opposizione per bloccare la procedura. Tirando le somme, dovrà essere valutato se affidarsi ancora a Zte o meno. Tutto è rinviato in attesa del nuovo cda. “In ogni caso, che sia una risoluzione o un rilancio– conclude Lonfernini - lavoreremo per avere rapporto pacifico e compatibile con le rispettive realtà e volontà”. Insomma, nessuno vuole una guerra con il colosso cinese.
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