Sciopero generale, il secondo nel giro di due settimane. In piazza sotto a Palazzo Pubblico 8mila persone, secondo gli organizzatori, 5mila per la Gendarmeria. Riuniti per protestare contro il progetto di legge sulla Riforma Igr, ritenuta iniqua e dannosa per lavoratori e pensionati, residenti e frontalieri. In testa al corteo gli organizzatori: Csdl, Cdls e Usl.
Dal palco i sindacati parlano dello sciopero come di un “investimento sul futuro”, sottolineando la presenza di molti giovani. Milena Frulli (Cdls) accusa il governo di dividere il Paese e ignorare le richieste dei lavoratori. Francesca Busignani (Usl) chiede “controlli veri sui grandi debitori” e ai consiglieri contrari alla Riforma di non abbassare la testa. Enzo Merlini (Csdl) denuncia il basso livello di confronto con l’esecutivo, promettendo di non fermarsi finché la riforma non sarà bloccata.
Questi i punti principali:
- Aumento dell’imposizione fiscale: nonostante alcune modifiche ottenute in sede di negoziato, è confermato l’aumento delle tasse per tutti i redditi da lavoro e da pensione superiori a circa 23.000 euro annui, anche nel caso in cui venga raggiunta la massima detrazione possibile (900 euro tramite il sistema SMAC).
- Perdita del potere d’acquisto: i sindacati denunciano che i redditi da lavoro e pensione hanno già subito una riduzione del potere d’acquisto a doppia cifra, e le nuove misure fiscali rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione, aggravata anche dall’aumento dei contributi previdenziali.
- Discriminazione dei lavoratori frontalieri: per questa categoria resta una differenza di trattamento rispetto agli altri lavoratori. I frontalieri, infatti, non riceveranno il bonus da 500 euro (decrescente in base al reddito) e continueranno a incontrare difficoltà nel raggiungere la quota SMAC, condizione necessaria per ottenere la detrazione fiscale massima.
- Insufficienza delle proposte del Governo e della maggioranza: secondo l’Attivo dei Quadri sindacali, le aperture ottenute finora — come il ritiro del raddoppio delle imposte sul TFR e la semplificazione per il raggiungimento della quota SMAC — sono considerate insufficienti a tutelare realmente lavoratori e pensionati.
- Richiesta di interventi più concreti e immediati: i sindacati lamentano l’assenza, al momento, degli emendamenti promessi dal Governo e chiedono una revisione più profonda della riforma fiscale.