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L’inchiesta “Broker” tocca il Titano per il presunto deposito e transito di denaro frutto della truffa

25 feb 2010
Fabrizio Rubini. Sarebbe stato suo il conto corrente sammarinese su cui si sarebbe mossa una parte dei soldi della truffa ipotizzata dalla Procura di Roma e dalla Procura Nazionale Antimafia. Soldi che sarebbero arrivati da istituti bancari di paradisi fiscali lontani, nel tentativo di renderne difficile la tracciabilità. Rubini è un noto commercialista romano, accusato dai pm di far parte di una associazione a delinquere con Gennaro Mokbel, ideatore della truffa, col senatore Di Girolamo ed anche con esponenti della ‘ndrangheta calabrese. Rubini, che è stato arrestato, durante l’interrogatorio di garanzia avrebbe ammesso di aver consegnato nella mani di Di Girolamo due milioni di euro. Il commercialista, unico degli arrestati a non avvalersi della facoltà di non rispondere, avrebbe prelevato tranche da 150mila e 400mila euro da un conto corrente, intestato alla Carifin, presso la Cassa di Risparmio di San Marino. Il conto veniva alimentato, secondo Rubini, con bonifici provenienti da Hong Kong per oltre 3 milioni di euro. La consegna di denaro da Rubini a Di Girolamo, è stata documentata da intercettazioni telefoniche risalenti al 2008 in cui i due parlavano in codice e facevano riferimento ad uno scambio che sarebbe dovuto avvenire a Rimini.

Luca Salvatori

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