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Influenza aviaria: il piano dell'OMS

27 ott 2005
Influenza aviaria: il piano dell'OMS
Secondo il piano stilato dall’OMS oggi ci troveremmo nella fase prepandemica di allerta, in cui si verificano infezioni umane con un nuovo sottotipo, ma non esiste un passaggio da uomo a uomo o al massimo rari episodi di trasmissione interumana dovuti a stretti contatti con il virus. Seguono le fasi più minacciose, da quelle intermedie fino all’ultima che prevede una trasmissione durevole nell’intera popolazione. Nell’attuale fase prepandemica gli obiettivi da perseguire sono quelli di ridurre le opportunità per un’infezione umana e rafforzare il sistema di sorveglianza attiva che implica pertanto un controllo serrato della malattia nei volatili. 'Solo così – precisa l’OMS – si potranno ridurre le possibilità di sviluppo esteso del virus'.
Particolari raccomandazioni vengono inoltre rivolte ai viaggiatori che si rechino nei paesi del Sud Est Asiatico, i quali devono evitare qualsiasi contatto con polli, oche, anatre, piccioni o altri animali selvatici. Tra le precauzioni da seguire: evitare di soggiornare in ambienti rurali, tenersi lontani da mercati dove vengono smerciati animali vivi e non consumare mai pollame o prodotti derivati, come le uova, non cotti a sufficienza. Come per le altre malattie infettive, una delle più semplici ma efficaci misure di precauzione è quella di lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per rimuovere gli agenti infettanti. In caso sia il viaggiatore stesso a cucinare il cibo è necessario separare la carne cruda da quella cotta, senza usare lo stesso tagliere o lo stesso coltello per la preparazione delle pietanze. Tutti i cibi derivati dal pollame, incluse uova e sangue, devono essere cotti ad una temperatura di almeno 70 gradi. Si consiglia di lavare sempre il guscio delle uova prima di manipolarle e rilavarsi subito le mani, stessa accortezza igienica anche per tutte le superfici e gli utensili da cucina utilizzati.

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