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Inquinamento Marano, Ex consigliere Riccione: "Colpa di San Marino". Lonfernini: "Affermazioni sbilanciate, abbiamo piani e progetti"

Il Titano guarda a nuove soluzioni per migliorare il sistema degli scarichi delle acque reflue

15 ago 2021

Per l'ex consigliere comunale di Riccione Emanuele Montanari le responsabilità per la condizione del Marano sarebbero di San Marino. Parole dure - apparse sul Corriere Romagna e riportate dalla stampa sammarinese - che arrivano nei giorni in cui Legambiente definisce la foce del corso d'acqua come fortemente inquinata. Montanari invoca una sinergia tra Regione, Provincia a Comuni per confrontarsi con il Titano e parla della mancanza di una risposta chiara da parte di San Marino sulla questione scarichi nel fiume.

Dichiarazioni che hanno causato una prima reazione all'interno delle istituzioni sammarinesi. Dalla Segreteria di Stato al Territorio ricordano gli impegni presi nell'ambito dell'Agenda 2030, sottolineando che, tra gli obiettivi futuri, c'è proprio quello di estendere a tutto il territorio la raccolta delle acque reflue nere per migliorare la qualità dei corsi d'acqua. E dal 2021 sono vietati gli scarichi industriali nei fiumi. Della materia di sta occupando soprattutto l'Azienda dei servizi.

Per il segretario con delega ai Rapporti con l'Aass, Teodoro Lonfernini, le affermazioni di Montanari sono "sbilanciate rispetto a un impegno, a livello territoriale, per la gestione di tutte le acque. Anche San Marino deve fare la sua parte e ha piani e programmi progettuali". Lonfernini si sofferma sull'emanazione del nuovo Codice ambientale e sui progetti in arrivo per la gestione della materia. Il Titano "non fa nulla al di fuori delle regole”, afferma il presidente dell'Aass, Francesco Raffaeli, per il quale è la stessa Repubblica ad avere interesse nel risolvere la questione, visto l'impatto ambientale. 

Nel servizio, l'intervista a Teodoro Lonfernini, segretario di Stato con delega ai Rapporti con Aass




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