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Gli insetticidi aggravano lo stato di salute degli alveari: le api rischiano la scomparsa

5 nov 2013
Gli insetticidi aggravano lo stato di salute degli alveari: le api rischiano la scomparsa
Gli insetticidi aggravano lo stato di salute degli alveari: le api rischiano la scomparsa
Delle 100 colture da cui dipende il 90% della produzione mondiale di cibo, 71 sono legate al lavoro di impollinazione delle api. Per questo suona particolarmente allarmante il rischio della loro scomparsa. Già a partire dagli anni '90, molti apicoltori (soprattutto in Europa e Nord America) hanno iniziato a segnalare un'anomala diminuzione nelle colonie di api. Negli ultimi anni si è assistito a imponenti perdite di alveari determinate da varie cause, principalmente di natura parassitaria. Tuttavia, anche ulteriori fattori di stress sono stati implicati; in particolare è stato notato che l'esposizione agli insetticidi neonicotinoidi può aggravare lo stato di salute degli alveari.

Nello studio pubblicato dalla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), dell'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d’America, si riferisce del modo in cui una molecola insetticida, appartenente alla classe dei neonicotinoidi, può limitare le difese immunitarie dell'ape favorendo la progressione di gravi infezioni di virus patogeni presenti in forma latente.

Lo studio, finanziato dal Ministero delle Politiche Agrarie e Forestali e coordinato dal Prof. Francesco Pennacchio, è stato condotto presso il Dipartimento di Agraria dell'Università di Napoli, in collaborazione con l’Università di Udine e il gruppo di ricerca di genetica della Drosophila della dottoresssa Valeria Cavaliere e del professor Giuseppe Gargiulo del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna.

I risultati di questa ricerca pongono le basi su cui andare a definire nuovi criteri di valutazione del rischio che prendano in considerazione anche l’impatto degli insetticidi sul sistema immunitario dell’ape. Ciò contribuirà in modo significativo alla protezione e conservazione di questo importante insetto pronubo. Inoltre, quanto scoperto offre nuove opportunità di studio sulla neuromodulazione della risposta immunitaria negli animali.

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