Le intercettazioni della Procura di Napoli sono la prova dei rapporti tra Vallefuoco, Zavoli, Zonzini, e Livio Bacciocchi

Le intercettazioni della Procura di Napoli sono la prova dei rapporti tra Vallefuoco, Zavoli, Zonzini, e Livio Bacciocchi.
Francesco Vallefuoco girava su un’Audi A6 intestata alla Fincapital, poi messa sotto osservazione dagli inquirenti. Grazie alle intercettazioni ambientali sono state udite conversazioni interessanti, ai fini dell’inchiesta, che si erano svolte proprio all’interno della vettura: Vallefuoco si vantava dei suoi rapporti con Giuseppe Setola, il killer di Castelvolturno, tanto da affermare di averlo anche ospitato a San Marino. E con Roberto Zavoli, che l’aveva messo in contatto con Livio Bacciocchi, iniziò a lamentarsi dell’avvocato, tanto da pensare ad una spedizione punitiva. I soggetti si incontravano spesso al Mod’s Kafè di Gualdicciolo: Vallefuoco diceva di essere proprietario anche di questo, pagato 400mila euro e gestito dalla figlia di Roberto Zavoli, che si trovava proprio vicino al forno dei fratelli. Che Bacciocchi fosse preoccupato per le sorti della sua finanziaria appare chiaro dalle intercettazioni: “Se salta Zavoli – diceva in una conversazione intercettata nell’ottobre 2008 a Vallefuoco – o viene protestato uno di quegli assegni… Fincapital è rovinata.. perché la banca gli chiede il rientro di tutti e non li ha”. E Vallefuoco risponde: “Livio, io finisco i rapporti lavoratorivi con te a dicembre… li finisco.. io e te ci vediamo perché siamo amici e basta”. Ma Bacciocchi era preoccupato: “La possibilità di rimediare altri soldi, domani, non c’è… perché abbiamo già fatto un’operazione vergognosa.. io ho detto a Roberto… io non lo so questi assegni chi li ha fatti, quando li hanno fatti”. L’avvocato aveva precedentemente detto di essersi esposto di 290mila euro e il Cda lo aveva “fatto nero”. E ci sono risvolti inquietanti anche per il mondo politico: secondo la Procura di Napoli il patto esistente tra Vallefuoco e Bacciocchi è tale che per il primo, in occasione delle elezioni, era necessario che “il gruppo politico di riferimento” dell’avvocato non fosse ostacolato.

Francesca Biliotti

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