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"Io c'ero": Pinetta Tamagnini racconta il bombardamento del 26 giugno 1944

Provocò 63 vittime tra cui bambini e tante donne in fila per il pane. Al Museo Titanus un'installazione multimediale su uno dei giorni più funesti nella storia della Repubblica

di Luca Salvatori
26 giu 2021

Oggi ricorre il 77esimo anniversario del bombardamento degli alleati su San Marino durante la seconda guerra mondiale. 63 vittime e decine di feriti. Uno dei giorni più tragici nella lunga storia della Repubblica.

63 morti. 37 erano sammarinesi ma tra le vittime anche tanti italiani che si erano rifugiati nella Repubblica di San Marino, sperando venisse risparmiata dalle bombe, in quanto paese neutrale. Almeno metà delle vittime erano donne in fila per la razione quotidiana di pane, al silo Molino Forno. Trovarono la morte anche una decina di bambini, coetanei di Pinetta Tamagnini che quella mattina era in centro storico, dove abitava con la sua famiglia.



Il 26 giugno 1944 – racconta – non avevo ancora compiuto 12 anni. Ero vicino al Palazzo Manzoni, dove adesso c'è l'albergo Diamond, e ad un certo punto, alzando gli occhi, vedo scendere alcuni palloncini colorati. Anche altre persone notarono, con stupore, i palloncini....L'avvocato Egidio Belisardi, con sua moglie Bruna Tonnini, erano appena tornati dal Piemonte dove erano stati bombardati diverse volte e appena hanno visto i palloncini si sono resi conto di cosa che sarebbe successo. L'avvocato Belisardi ha quindi cominciato ad urlare: Buttatevi a terra!! Buttatevi a terra!!Stanno per bombardare. Ma nessuno gli faceva caso....A un certo punto ho sentito una specie di sibilo e davanti mi è passata la prima bomba. Subito dopo uno schianto terribile. Non so descriverlo bene ma lo sento ancora nelle orecchie”.

Da informazioni dell'Intelligence Service al Comando Supremo Inglese si dava per certo che il territorio sammarinese fosse utilizzato dai tedeschi anche con una base di rifornimento, ma uno dei piloti che sganciarono 263 bombe in tre ondate, tra le 11:03 e le 12:38 scrisse, nel report di volo, di aver avuto l'impressione che si trattasse di un obiettivo sbagliato. Un errore che il Regno Unito non riconobbe mai, di fatto, anche se 17 anni più tardi versò 80mila sterline a San Marino per le sofferenze subite a causa del bombardamento.




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