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Ipoacusia e acufeni, cause e cura. L’esperto spiega i campanelli d’allarme a cui fare attenzione

6 mar 2021
Gaetano Paludetti
Gaetano Paludetti

Quasi 2,5 miliardi di persone in tutto il mondo, ovvero una su 4, avrà problemi di udito entro il 2050 e almeno 700 milioni di queste avranno bisogno di cure e riabilitazione. A mettere in guardia è il primo rapporto mondiale sull'udito dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), pubblicato in occasione del World Hearing Day che si è celebrato il 3 marzo.

Benedetta de Mattei ha intervistato Gaetano Paludetti – Presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico facciale, Direttore dell’U.O.C. di Otorinolaringoiatria del Policlinico Universitario A. Gemelli e professore di Otorinolaringoiatria presso l’Università Cattolica di Roma per capire quali sono le cause dell’abbassamento dell’udito e come risolverlo tempestivamente.




Cos’è l’ipoacusia e quali tipologie esistono?
L’ipoacusia è la diminuzione della capacità uditiva, che può essere lieve, moderata o severa. Ne esistono sostanzialmente due tipologie:
- la perdita di udito trasmissiva, che interessa appunto la trasmissione e coinvolge la parte più esterna dell'orecchio, ossia il condotto uditivo, la membrana e gli ossicini del timpano, con una struttura nervosa quindi perfettamente conservata.
- la perdita di udito neurosensoriale, che invece riguarda la parte nobile dell’udito, ossia la coclea e il nervo acustico, ed è ovviamente la più grave e difficile da trattare.

Quali sono le cause più frequenti di ipoacusia?
Nelle forme di ipoacusia neurosensoriale le cause più frequenti sono genetiche; possono poi esserci esposizioni a traumi acustici molto forti (come la pratica della caccia), malattie neurologiche, traumi cranici o esser l’effetto dell’assunzione di farmaci ototossici. Per quanto riguarda le sordità di tipo trasmissivo, che sono quelle meno gravi in cui il nervo comunque funziona, ci sono le forme catarrali (dovute ad esempio ad allergie, malattie delle vie aeree superiori, ecc.) oppure le forme dovute all’otosclerosi, una malattia legata a un blocco genetico degli ossicini che non si muovono più, che fortunatamente si può operare e risolvere sostituendo la staffa (l’ultimo ossicino dell’orecchio medio che conduce il suono) recuperando così l’udito.

L’ipoacusia colpisce purtroppo anche i bambini ed è importantissimo rilevarla tempestivamente

Le ipoacusie infantili sono quelle che sicuramente ci interessano di più perché ovviamente un bambino nato sordo se non trattato diventerà sordo muto e quindi negli ultimi 30-40 anni c’è stato un grande sforzo nell’istituire gli screening uditivi neonatali per poter individuare i bambini sordi sin dalla nascita. Le cause più frequenti di queste sordità sono genetiche, poi vi è un piccolo gruppo legato invece ad infezioni virali in gravidanza, alla prematurità neonatale, a una prolungata permanenza in terapia intensiva, all’asfissia neonatale (ormai molto rara) e a malattie infettive come la meningite. Mentre nella fase perinatale possono esserne la causa anche forme genetiche tardive, parotite ed in minor misura otiti croniche. Sui neonati effettuiamo degli screening universali e non appena individuiamo il problema li protesizziamo subito; se necessario intorno all’anno di età si passa poi all’impianto cocleare che serve quando nonostante le protesi il bambino non segue quei normali steps di apprendimento del linguaggio, il che indica una perdita di udito molto grave. È meraviglioso vedere come questi bambini, se non hanno deficit aggiuntivi, intorno ai 4 anni vanno tranquillamente a scuola con i loro coetanei e sembrano quasi normo udenti.





Quali sono i campanelli d’allarme a cui fare attenzione?
In genere è il paziente stesso che si rende conto della difficoltà nella comprensione del linguaggio: la persona che perde l’udito inizia a non sentire bene, appena c’è un po' di rumore non capisce più nulla e spesso sente le persone parlare non capendo quello che dicono. Quando vi è una perdita di udito neurosensoriale normalmente si perdono le frequenze acute dove sono localizzate le consonanti che normalmente danno il significato alla parola. Anche l’acufene accompagna spesso il calo dell’udito, qualche volta lo precede, qualche volta lo segue, ma è una conseguenza e mai una causa dell’ipoacusia

Cos’è l’acufene e come si tratta?
L’acufene è un suono che compare nell’orecchio. È una patologia molto frequente ma quello che non si capisce è se viene dall’orecchio o viene dal cervello e questa è una questione non ancora risolta. È dunque un oggetto misterioso di cui non si conosce l’esatta provenienza. Anche se ogni caso è diverso dall’altro, non esiste una vera cura degli acufeni, non è una patologia facile da trattare e gli insuccessi sono elevati. Nelle forme di tipo trasmissivo come l’otosclerosi, l’acufene può scomparire a seguito di un intervento chirurgico, mentre nelle forme neurosensoriali è molto più difficile da correggere. Va inoltre ricordato che in presenza di acufene è sempre importante escludere altre malattie sottostanti che potrebbero esserne la causa (come ad esempio ipertensione, ipercolesterolemia, vasculopatie cerebrali, patologie neurologiche etc ) e che in questo tipo di disturbo anche il fattore psico somatico è molto importante.

Come si cura l’ipoacusia?
Per diagnosticare l’ipoacusia negli adulti basta fare un esame audiometrico mentre nel neonato vanno effettuati degli esami più complessi, come i potenziali evocati. In base al tipo di ipoacusia sarà poi possibile stabilire il trattamento più adatto al paziente. Una volta diagnosticata la forma trasmissiva bisogna curarne la causa, e anche questo non è sempre facilissimo. Nelle forme catarrali utilizziamo dei farmaci (come antistaminici, cortisone, spray nasali e via dicendo) che però non sempre risolvono, mentre nelle forme dovute all’otosclerosi non esistono medicine ma solamente la chirurgia. Negli altri casi esistono invece le protesi acustiche che si possono usare sia nelle forme trasmissive, quando raggiungono un certo grado e non sono trattabili chirurgicamente, sia nelle forme neurosensoriali dove rappresentano l’unica soluzione . Le protesi acustiche sono costose e questo è un problema che andrebbe affrontato. Funzionano meglio nelle forme trasmissive, peggio in quelle neurosensoriali ma va comunque ricordato che nei casi in cui non fossero sufficienti le protesi anche negli adulti è possibile effettuare un impianto cocleare. L’udito rappresenta una delle funzioni fondamentali del nostro organismo, e l’ipoacusia se non trattata può in certi casi portare a disturbi anche sul piano cognitivo specie negli anziani.


Benedetta De Mattei







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