L’Iran si muove su una sottile linea rossa

L’Iran si muove su una sottile linea rossa.
Lotte di potere all’interno del paese, tensioni sul nucleare al suo esterno. In un clima di crescente confusione, in cui notizie ufficiali e ufficiose si rincorrono, si rischia di perdere il filo della verità. Ormai certa la notizia che il presidente iraniano ha rimosso dai loro incarichi altri due ministri del suo governo. Con questi, sono undici i membri della sua amministrazione sostituiti. Mahmud Ahmadinejad inizierà il suo secondo mandato il 5 agosto. La tensione all’interno del paese è alle stelle. 300 i manifestanti arrestati il 12 giugno durante i cortei di proteste e ancora detenuti nelle carceri di Teheran. La loro sorte verrà decisa in settimana. A sostenerlo il portavoce del capo della giustizia.
Il leader dell’opposizione definisce catastrofe le uccisioni e gli arresti. “Il popolo – dice Mussavi – non perdonerà. E il cammino delle riforme andrà avanti.” Ma non sono solo le polemiche interne dopo la rimozione dei ministri ad agitare le acque del paese; il segretario alla Difesa americana Robert Gates da Gerusalemme chiede a Teheran risposte sul dossier nucleare entro la prossima Assemblea generale dell'Onu, in programma l'ultima settimana di settembre, sostenendo che “l'offerta americana di dialogo è limitata nel tempo”. Il suo omologo israeliano parla di priorità alla diplomazia, ma non esclude l'ipotesi militare. Ma Teheran parla ancora di attività pacifiche e si difende: “le armi atomiche non rientrano nella nostra strategia di difesa”.

Monica Fabbri

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