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Irruzione in Congresso, Rondelli: “Segno di una esasperazione che è cresciuta negli anni”

Il membro della delegazione consiliare presso l'Assemblea parlamentare Osce, che ha monitorato le elezioni presidenziali, commenta l'irruzione dei sostenitori di Trump in Campidoglio e non esclude l'applicazione del 25esimo emendamento

di Filippo Mariotti
7 gen 2021
Irruzione in Congresso, Rondelli: “Segno di una esasperazione che è cresciuta negli anni”

“A mente fredda bisognerà chiedersi come mai quando c'è stato Black Lives Matter c'erano presidi della Guardia Nazionale ovunque e questa volta c'erano cordoni molto deboli”, così Paolo Rondelli - membro della delegazione consiliare presso l'Assemblea parlamentare Osce che ha monitorato le elezioni presidenziali a cavallo fra i mesi di ottobre e novembre 2020, e già Ambasciatore di San Marino negli Usa - commenta l'irruzione di sostenitori di Trump al Congresso. “C'è stato probabilmente un errore di valutazione e di pianificazione della sicurezza”, prosegue Rondelli specificando che il Campidoglio, come tutti gli edifici pubblici statunitensi, non ha inferriate alle finestre per voler comunque mantenere una sorta di contatto diretto con la popolazione. “In ogni caso per i manifestanti è stato molto più facile di quello che dovrebbe essere”, afferma. 

Allargando lo sguardo, Paolo Rondelli parla di “una situazione che ha dell'incredibile, segno di una esasperazione che è cresciuta negli anni, di una gestione del meccanismo dell'opinione pubblica che oramai necessita di un reset”. “Di contro – continua - si marca ancora di più il distacco del presidente Trump dalla gestione del partito repubblicano. Infatti si stanno dissociando tutti”. Non esclude poi che il Consiglio di sicurezza della presidenza possa applicare il 25esimo emendamento che farebbe decadere il tycoon all'istante, facendo passare i poteri al vice presidente.

Ma era prevedibile un fatto così grave? “Già nel report preliminare dell'Osce, il giorno dopo le elezioni, si era parlato di abusi del presidente Trump nella gestione soprattutto dell'opinione pubblica e delle dichiarazioni fatte”. Rondelli infine sottolinea le posizioni dei leader repubblicani, così come di Biden e Harris, secondo cui “la prima necessità sia ristabilire i processi democratici e di trasparenza delle gestione del potere”. 



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