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L'ISS replica alla CSU sugli infortuni sul lavoro

27 feb 2013
L'ISS replica alla CSU sugli infortuni sul lavoro
L'ISS replica alla CSU sugli infortuni sul lavoro
In riferimento al comunicato stampa FLI-CSU pubblicato in data 25 febbraio 2013, titolato “Ancora una prognosi di soli 30 giorni per un grave infortunio” è necessario precisare alcune informazioni riportate in modo non corretto e segnalare la gravità di alcune considerazioni rivolte all'operato dei Servizi ISS.
La certificazione medica viene formulata dal medico una volta fatta la diagnosi, prendendo in considerazione le condizioni del malato, le possibilità terapeutiche, le possibili complicazioni. La prognosi del decorso di un infortunio e del suo esito dipende unicamente dalla tipologia e gravità delle lesioni. Nella pratica clinica è possibile aggiungere alla prognosi clinica quella relativa al recupero o meno delle funzioni della persona indicando in aggiunta prognosi ad valetudinem o ad functionem, relativa alla possibilità di recupero della funzione lesionata. Nei casi fatti oggetto dei comunicati della FLI CSU è stata indicata prognosi di 30 giorni limitatamente alla guarigione della lesione ed in entrambi i casi prognosi riservata quoad valetudinem in riferimento agli esiti funzionali delle lesioni. E' stato inoltre in entrambi i casi inviato apposito referto all'Autorità Giudiziaria.
Nel documento in oggetto si fa riferimento a: “ha perso tre dita” “perdita di una parte della mano” mentre l'esame corretto dei referti medici indica “amputazione traumatica dell'apice del II III IV dito” trattandosi di perdita di parte delle falangi ungueali.
Affermazioni fatte “Perché è così difficile emettere prognosi superiori a trenta giorni, sapendo che l’avvio del procedimento penale, ovvero di indagini accurate sulle cause e le responsabilità di un infortunio, è un fattore determinante per rimuovere alla radice i rischi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro?” o “Così come avviene ora non si favorisce certo la prevenzione degli infortuni sul lavoro e si impedisce di fare chiarezza fino in fondo sulle dinamiche e sulle eventuali responsabilità” non rappresentano la realtà ed esprimono giudizi preoccupanti sull'operato dei Servizi ISS nei confronti dell'infortunistica legata al mondo del lavoro. Va sottolineato che il ruolo del personale medico nella gestione di qualsiasi tipologia di infortunio debba avere come unico ed esclusivo riferimento la situazione clinica del paziente. Giudizi prognostici non possono dipendere da altre situazioni o da desideri di qualsivoglia organizzazione sociale.
L'impegno dei Servizi ISS nell'ambito dell'infortunistica sul lavoro è massimo, ne sono testimonianza l'attivazione puntuale dei percorsi di segnalazione degli eventi al Posto di Polizia Ospedaliera per le ispezioni immediate sui luoghi di infortunio, le segnalazioni di irregolarità dei rapporti di lavoro e l'impegno nella gestione clinica di ogni evento. Adombrare colpe dei Servizi ISS quale impedimento all'accertamento delle dinamiche e delle responsabilità degli infortuni sul lavoro è quanto di più inesatto e fuorviante si possa affermare.
Nel riaffermare il massimo impegno dei Servizi ISS nella prevenzione e trattamento degli infortuni sul lavoro, il pensiero e l'auspicio di guarigione è rivolto all'operaio colpito dall'infortunio. La collaborazione, la corretta comunicazione e l'impegno, nel rispetto dei propri ruoli, ad ogni atto che possa migliorare i percorsi della sicurezza sui luoghi di lavoro sono un obbiettivo prioritario per una comunità ed in primis per il sistema di sicurezza sociale.

Comunicato stampa

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