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L'altra siccità: danneggia gli edifici su terreni argillosi

Intervista al Presidente dei Geologi di San Marino Cristiano Guerra. Sul Titano dal 1995 tangibili gli effetti del cambiamento climatico globale. Venerdì prossimo il picco delle temperature: in Emilia Romagna fino a 40°

di Luca Salvatori
11 ago 2021

Siamo nella settimana più calda dell'estate ma San Marino è già in emergenza idrica dal 6 luglio e la siccità, dal 1995, è diventata un fenomeno sempre più frequente, come spiega il Presidente dei Geologi Cristiano Guerra.

Il primo evento siccitoso fuori dalla norma – spiega il Presidente dei Geologi di San Marino, Cristiano Guerrasi è verificato nel 1995. Da lì in avanti -  e il 2003 è un anno che tutti ricordano -  si sono verificati con sempre maggior frequenza. Nella lunga storia dei dati climatici della Repubblica di San Marino, che ha raggiunto quasi un secolo, tutti i periodi più siccitosi si sono verificati dopo gli anni '90 del secolo scorso”. E' dal 1924 che San Marino, con una stazione meteo attualmente collegata all'Arpa Emilia Romagna, rileva temperature, piogge e venti. I dati evidenziano che anche in un territorio così limitato è tangibile l'effetto del cambiamento climatico globale: “La situazione sammarinese – prosegue Guerra – è la conferma di ciò che sta accadendo a livello italiano, europeo e mondiale”.

La siccità causa danni all'agricoltura ma impatta negativamente anche sugli immobili: “I nostri terreni – afferma il geologo – sono in gran parte argillosi e le argille reagiscono ai periodi di siccità, contraendo il volume. Quello che c'è sopra, quindi, ne risente. Il problema è che con siccità normali il fenomeno poteva arrivare ad un metro e mezzo di profondità, mentre negli ultimi decenni abbiamo evidenze che il fenomeno possa arrivare anche a cinque metri. Questo spiega come, dopo periodi siccitosi, si assiste al cedimento di terreni che si manifesta con fessurazioni e lesioni ai fabbricati”.

A San Marino intanto prosegue l'emergenza idrica dichiarata lo scorso 6 luglio, con una serie di divieti, compreso quello di innaffiare prati, orti e giardini. In un primo periodo i consumi idrici generali erano scesi sul Titano, ma poi sono tornati a risalire. L'anticiclone africano, che ha investito tutta la penisola Italiana e gran parte del bacino mediterraneo – favorendo anche il divampare degli incendi - raggiungerà il picco venerdì. E nelle zone interne dell'Emilia Romagna si potrebbero raggiungere i 40 gradi.





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