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L'impresa di Stefano, il pensionato amante del ciclismo. Da Rimini alla Sicilia in bicicletta

di Beatrice Greco
2 ago 2021

A spasso per l'Italia in sella alla sua Guendalina. Lo si poteva vedere così, Stefano Pagliarani, pensionato di 64 anni, fino a qualche giorno fa. A dare il nome alla sua bici, un ricordo d'infanzia. Un pranzo al mare con la famiglia in una bella giornata d'estate. Una barca che si ferma sulla spiaggia per caricare due signore scese apposta per salpare. Il nome di quella barca ora è il nome della sua amata bicicletta, quella che l'ha portato in giro per 3014 chilometri.

Partenza da casa sua, da Santa Giustina di Rimini e arrivo a Portopalo di Capopassero, in provincia di Sicuracusa, nella punta più estrema della Sicilia. E poi il ritorno, sempre in bici, per ritornare a casa. Una discesa costeggiando il mare Adriatico e la risalita dal lato tirrenico. Un'avventura nata quasi per scherzo: "Un giorno - ha detto Stefano - ho ricevuto una telefonata dalla priora del Monastero di Noto che mi ringraziava per una statuetta di Santa Teresa che avevo regalato loro. Mi ha invitato ad andare a trovarle e io, che avevo preso la bicicletta da poco, ho detto scherzando 'Sì, magari vengo con la bici!'. Ma mica ci pensavo davvero".

Per viaggiare né navigatore né cellulare, ma solo una cartina e un foglietto su cui appuntare le tappe. Nove giorni di viaggio, percorrendo ogni giorno almeno 170 chilometri. "Ho preso una cartina dell'Italia - ha spiegato Stefano - e, con un amico, ho iniziato a suddividere le tappe e a segnare i percorsi. Mi ero proposto di fare 150 chilometri al giorno. In nove giorni dovevo arrivare e così è stato".




Amante della bici fin da giovane, Stefano aveva appeso il sellino al chiodo fino a qualche anno fa. Poi l'ispirazione con il documentario “Non voglio cambiare pianeta”, il docutrip dal Cile all'Argentina di Lorenzo Jovanotti. "Devo ringraziarlo - ha detto Stefano ridendo - perché mi ha trasmesso lui questa passione del viaggio".

Moltissimi i luoghi visitati - da Vasto a Matera e poi Tropea, ma anche Catania, Sorrento e Roma - attraversando tutte le regioni del centro e del sud Italia. Luoghi magnifici, ma per Stefano a restare nel cuore sono stati soprattutto gli incontri fatti lungo la strada: "Maestri d'ascia, cioè uomini che lavorano il legno e costruiscono materialmente le barche, e poetesse, in particolare una signora a Messina che era poetessa, teologa e scrittrice. Personaggi che mi hanno raccontato la nostra storia d'Italia e che mi hanno spiegato dove si è fermato Garibaldi a dormire prima di passare lo stretto. E poi persone a cui ho chiesto informazioni e con cui abbiamo passato il tempo a raccontarci le nostre avventure. Tutti questi incontri mi hanno arricchito e me li porterò sempre nel cuore".

E sulla prossima tappa, Stefano non si sbilancia: "Per ora non ho nulla in programma. Ma la fantasia viaggia sempre...come si dice, chi vivrà vedrà!"





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