GUERRA IN MEDIO ORIENTE

"La pace è ancora possibile?". Libera se lo chiede in una serata pubblica sul conflitto israelo-palestinese

"La pace è ancora possibile?". Ruota intorno a questa domanda la serata pubblica di Libera, alla sala polivalente di Murata, Ex Tiro a Volo. Un tema caldo e sentito anche a San Marino, che poco fa all'Onu ha votato a favore di un cessate il fuoco immediato, smarcandosi dall'Italia. Al dibattito di ieri sera presenti Milad Basir, giornalista italo palestinese e attivista per la pace, e Guy Butavia, attivista israeliano per i diritti umani. A moderare Gilberto Piermattei, responsabile rapporti internazionali di Libera. "La pace è ancora possibile grazie al dialogo - commenta Piermattei -. Questi due popoli possono riuscire a convivere e pensiamo che questa serata sia propedeutica all'incontro tra i due popoli". Dunque l'incontro tra le due culture e le due realtà come chiave per avvicinarle e arrivare alla pace. Per un futuro di convivenza pacifica in due Stati riconosciuti. “La risposta deve arrivare anche dagli organismi internazionali”, sottolinea Libera, che si dice sorpresa che qualcuno possa ancora votare contro il cessate il fuoco a Gaza e stimola le stesse istituzioni sammarinesi a ritagliarsi un ruolo basato sul dialogo. "Se l'Europa si comporta come deve, rispettando il diritto internazionale - afferma Basir -. Se l'Europa capisce che la pace può esserci solo se la Palestina avrà il suo Stato e i suoi diritti, allora le armi cesseranno". "Da oltre 80 anni non c'è pace nella nostra terra. Per raggiungerla - conclude Butavia - sembra ci sia bisogno di un aiuto dall'esterno. La comunità mondiale deve interessarsi del tema e intervenire per forzare un cambiamento. I palestinesi dovrebbero avere diritti giusti e umani e poter vivere nella loro terra. Prima di tutto però dobbiamo fermare il massacro in corso a Gaza".

Nel video le interviste a Gilberto Piermattei (responsabile rapporti internazionali di Libera), Milad Basir (giornalista italo palestinese e attivista per la pace) e Guy Butavia (attivista israeliano per i diritti umani)

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