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Le conseguenze del fumo: dalle sigarette elettroniche al fumo passivo, tutte le risposte alle domande più diffuse

29 mag 2021
@pixabay
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Il 31 maggio si celebra in tutto il mondo la “Giornata mondiale senza tabacco”, un appuntamento importante in cui anche l’AIRC si impegna a informare sull’importanza della prevenzione e sensibilizzare le persone sui pericoli per la salute derivanti dal fumo. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità il fumo di sigaretta è la più importante causa di morte evitabile nella nostra società: ogni anno nel mondo a causa del tabacco perdono la vita circa 8 milioni di persone, delle quali 1,2 milioni, non fumatrici, a causa del fumo passivo. Solo in Italia, le vittime della sigaretta sono ogni anno tra le 70.000 e le 83.000 e ancora oggi l'Istituto Superiore di Sanità stima che il fumo di tabacco sia responsabile di un terzo delle morti per cancro e del 15 per cento circa di tutti i decessi che avvengono per qualunque causa, provocando più vittime di alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. Il fumo aumenta di circa 10 volte il rischio di morire di enfisema, raddoppia quello di avere un ictus e aumenta da due a quattro volte quello di essere colpiti da un infarto, danneggia la circolazione del sangue al cervello e agli arti e può favorire la comparsa di una disfunzione erettile nell'uomo. In generale, secondo l'OMS, il tabacco uccide metà dei suoi consumatori.



La soglia di sicurezza sotto la quale il fumo non produce danni
Non esiste una soglia di sicurezza sotto la quale il fumo non produce danni, anche perché le conseguenze tendono ad accumularsi nel tempo. Il rischio per i fumatori aumenta con il passare degli anni, ma non è del tutto prevedibile il tempo necessario a trasformare una cellula sana in una tumorale. Ciò non significa che tutti i fumatori svilupperanno un tumore, né che la malattia non possa insorgere in persone che non hanno mai messo in bocca una sigaretta perché ci sono diversi elementi, genetici o ambientali, che possono contribuire a proteggere l'organismo o viceversa a favorire lo sviluppo di un tumore, ma smettere di fumare è certamente uno dei passi più importanti che si possono fare per ridurre il proprio rischio personale di ammalarsi.

La differenza, in termini di danni, tra sigarette “leggere” e “forti”
Il termine "leggere" riferito alle sigarette è fuorviante, perché la differenza con quelle normali, in termini di effetti sulla salute, è irrilevante. I risultati di uno studio, presentati nel 2019 al congresso annuale dell’American Thoracic Society, dimostrano che non vi sono differenze, nell’incidenza di tumori polmonari, tra fumatori di sigarette light e ultra-light e fumatori di sigarette standard.



Il sigaro e la pipa
Neanche il sigaro e la pipa sono alternative più sicure, come molti erroneamente credono, anche se portano a inalare il fumo meno profondamente. Ciò riduce leggermente il rischio di tumore al polmone rispetto a quello di chi fuma sigarette, ma le probabilità di sviluppare la malattia sono comunque molto più alte che tra i non fumatori. Inoltre fumare sigaro e pipa favorisce lo sviluppo di tumori della bocca, della gola, dell'esofago e di altri organi come il pancreas.

Le sigarette elettroniche
La sigaretta elettronica è un dispositivo con cui si inala un vapore che può contenere quantità variabili di nicotina. Questa raggiunge l'apparato respiratorio senza che ci sia combustione del tabacco, una delle cause principali dei danni correlati al fumo di sigaretta. Nonostante la necessità di ulteriori studi, vi è oggi consenso sul fatto che in confronto al consumo tradizionale di prodotti del tabacco le sigarette elettroniche assicurano una significativa riduzione del danno da combustione per il fumatore e per chi gli vive accanto. Uno studio i cui risultati sono stati pubblicati nel febbraio del 2017 sulla rivista Annals of Internal Medicine ha per la prima volta confermato che l'abbandono della sigaretta tradizionale a beneficio di quella elettronica comporta a distanza di soli sei mesi una forte riduzione delle sostanze cancerogene presenti nell'organismo. Tuttavia rimangono aperti alcuni punti interrogativi che richiedono ulteriori ricerche.

Le sigarette a riscaldamento del tabacco
Le cosiddette sigarette a riscaldamento del tabacco, o sigarette che non bruciano, sono invece dispositivi elettronici che, diversamente dalle sigarette elettroniche, contengono foglia di tabacco. La sigaretta, inserita in un apposito bruciatore elettrico, viene scaldata ad alta temperatura (circa 350 °C rispetto ai 900 °C della sigaretta classica) ma non brucia direttamente. Il vapore generato dal riscaldamento della sigaretta contiene nicotina a concentrazioni elevate e altre sostanze chimiche presenti nelle sigarette classiche, ma a concentrazioni inferiori. Alla luce degli studi effettuati sul contenuto delle sigarette a riscaldamento del tabacco, è ragionevole affermare, che il loro utilizzo crei dipendenza quanto la sigaretta comune mentre è possibile che il loro impatto sia minore per quanto riguarda il fumo passivo. Per quanto riguarda tutti gli altri effetti sulla salute, mancano studi sufficientemente ampi e prolungati, anche perché gli effetti delle sigarette sul cancro sono evidenti decenni dopo l’inizio del fumo. I risultati di uno studio della fine del 2018, che ha analizzato gli effetti negativi di queste nuove sigarette sulle cellule, hanno dimostrato un effetto tossico maggiore rispetto alle sigarette elettroniche, ma minore rispetto alle sigarette classiche. Secondo una nota informativa dell’OMS, aggiornata nel marzo 2020 i dispositivi che si basano sul principio del riscaldamento del tabacco sarebbero dannosi quanto le sigarette normali.



I danni del fumo passivo
Ormai ci sono prove inequivocabili che il fumo passivo è responsabile di una parte dei tumori al polmone nei non fumatori, oltre che di malattie cardiache, asma e altri disturbi meno gravi. È stato infatti calcolato che aver respirato il fumo altrui aumenta di circa il 25 per cento il rischio di tumore al polmone e di malattie al cuore di un non fumatore. Ci sono poi indicazioni, ancora da dimostrare definitivamente, che tale esposizione possa favorire anche lo sviluppo di tumori al seno e un andamento più sfavorevole della malattia. I risultati pubblicati sull'autorevole rivista Lancet, di uno studio effettuato da esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità, hanno dimostrato che nel 2004 siano morte, per cause attribuibili al fumo passivo, oltre 600.000 persone, 165.000 delle quali bambini che vivevano in casa con un fumatore. I danni del fumo passivo sono infatti particolarmente gravi nei più piccoli, il cui organismo è in fase di sviluppo.

Fumo e gravidanza
La gravidanza è un'ottima occasione per smettere di fumare poiché proseguire significa, fra le altre cose, ridurre l'apporto di ossigeno al feto e quindi procurargli dei danni. Le conseguenze del fumo in gravidanza si prolungano nel tempo: per tutto il primo anno di vita il bambino corre un maggior rischio di morte in culla e negli anni successivi sarà più esposto a malattie respiratorie come l'asma. Tutti questi effetti possono essere prodotti anche dall'esposizione al fumo passivo e per tale ragione è quindi molto importante non fumare in presenza di una gestante.

Cosa accade quando si smette di fumare
Spesso a disincentivare i fumatori a smettere è la paura di ingrassare o di non riuscire a gestire lo stress senza l'aiuto della sigaretta. E’ possibile evitare un aumento di peso facendo attenzione a non sostituire la sigaretta con snack ipercalorici, e contrastando il desiderio di fumare con un po' di attività fisica. In ogni caso, dal punto di vista della salute, le conseguenze negative di un piccolo aumento di peso non sono nemmeno paragonabili con quelle positive prodotte dalla rinuncia al fumo, senza contare che si tratta di aumenti generalmente transitori. I vantaggi immediati dello smettere di fumare sono per il cuore e i polmoni, ma dopo cinque anni anche il rischio di sviluppare un tumore della cavità orale, della gola, dell'esofago e della vescica si dimezza e le probabilità di avere un tumore al collo dell'utero ritornano pari a quelle di chi non ha mai fumato. Dopo dieci anni diminuisce anche il rischio di cancro al pancreas e alla laringe, e la mortalità per cancro al polmone si dimezza rispetto a quella di chi continua a fumare. Inoltre dalla decisione di smettere derivano molti altri vantaggi forse meno importanti, ma più immediati: le attività quotidiane possono essere svolte con meno affanno, si tornano a sentire i sapori dei cibi, le dita e i denti smettono di ingiallirsi e si risparmia parecchio denaro.

Benedetta de Mattei





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