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Le regole del lavoro: ricerca dell'Università di San Marino. Focus anche sul ruolo dei sindacati

di Monica Fabbri
19 lug 2022

Globalizzazione ed innovazioni tecnologiche hanno cambiato profondamente il mondo del lavoro, la cui riforma – assieme a pensioni ed IGR - è al centro dell'agenda politica del Governo. Nell'esigenza di una legge moderna, in linea con le regole europee, il Segretario Teodoro Lonfernini ha commissionato all'Università di San Marino una ricerca, i cui risultati sono stati illustrati in mattinata. Lo scopo, spiega nell'introduzione il Direttore dell'istituto Giuridico Paolo Pascucci – è evidenziare le tendenze del mercato del lavoro nel contesto europeo, con particolare riferimento ai piccoli Stati, comparabili con San Marino per dimensioni territoriali e assetti sociali.

Si vogliono quindi offrire spunti di riflessione. Spetterà poi alla politica produrre una proposta frutto del confronto con i sindacati. L'analisi del sistema affronta diversi aspetti come la flessibilità, sempre più caratterizzata dalla temporaneità dei rapporti di lavoro, e accende i riflettori sui conflitti generazionali, “tra chi il lavoro ce l'ha e chi stenta a trovarlo” – spiega Pascucci - “oppure tra chi il lavoro rischia di perderlo in età ormai matura con la difficoltà poi di ricollocarsi, non avendo competenze sufficienti e necessarie per trovare una nuova occupazione.


Di qui il problema di dimensione europea e che ovviamente riguarda anche a San Marino delle cosiddette politiche del lavoro, vale a dire tutti gli strumenti che un paese deve mettere in campo per favorire l'incontro fra domanda ed offerta”. Interessante l'analisi sulla contrattazione collettiva, che riporta ad una domanda: a cosa servono i sindacati? “Paradossalmente servono ancor più oggi di quanto non siano già serviti un tempo. L'organizzazione sindacale oggi non ha solo un ruolo della tradizionale tutela dei rapporti di lavoro ma anche quello di agevolare, attraverso lo strumento della contrattazione collettiva, la gestione del mercato del lavoro. In sostanza è il contratto collettivo molto spesso che può trovare gli strumenti affinché ci siano maggiori opportunità occupazionali”.

E non è tutto, perché “sono gli enti intermedi, i portatori delle istanze di rappresentanza collettiva – afferma Pascucci - ad essere sempre più necessari per garantire la coesione sociale, in un clima che come sappiamo spesso rischia di perdere questa dimensione”.

Riguardo alla Riforma delle norme relative all’occupazione, si cerca un punto di incontro sugli aspetti più sensibili, come il mercato del lavoro e i meccanismi di protezione interni, la funzione pubblica dell’intermediazione, i rapporti di lavoro subordinato e quelli atipici. Ma è giusto – dice Teodoro Lonfernini - iniziare a interrogarsi anche su altri grandi temi, come i principi fondamentali e le relazioni industriali, l’uscita dal mondo del lavoro e la revisione degli ammortizzatori sociali. Da qui l'invito ad "abbandonare interessi di parte, con l’obiettivo comune di una nuova normativa moderna e tutelante".





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