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Una lettera dai pazienti dell'oncologico al Prof. Khayat

27 set 2004
Una lettera dai pazienti dell'oncologico al Prof. Khayat
11 pazienti che prendono carta e penna per chiedere il ritorno a San Marino dell’oncologo David Kayat. Insieme a loro sono più di 300 i pazienti seguiti negli ultimi anni. Sulle polemiche legate al centro oncologico ricordano semplicemente che la salute non deve essere considerata strumento di profitto o di impresa e su di essa non si possono porre condizionamenti. Alla segreteria alla sanità così come agli organismi Iss, dal dicembre 2000 hanno ripetutamente chiesto di continuare ad avvalersi di quella definita l’indiscussa professionalità di Kayat. Collaborazione che è stata interrotta nel 2001. Solo nell’allora segretario Rosa Zafferani, avevano trovato un interlocutore attento e disponibile, senza condizionamenti di alcun genere. Non risulta, scrivono esserci stata dal segretario Zafferani, alcuna imposizione, ma solo l’invito al Consiglio di Amministrazione dell’Iss di riattivare la consulenza con il medico francese. La stessa richiesta, ora, pubblicamente, viene rivolta al segretario Massimo Rossini e al Cda Iss. Ci auguriamo di essere ascoltati e trovare persone che mettano in primo piano il valore della salute. Nella lettera aperta, gli 11 firmatari, oltre a definire il Prof Kayat una sicurezza non solo professionale, ma anche umana, ricordano che come pazienti avrebbero bisogno di cure adeguate, di comprensione, di tranquillità d’animo e di aiuto. “Non ci riguardano gli interessi più o meno personali, vogliamo solo dei buoni specialisti per cercare di guarire o vivere un po’ di tempo in più”.

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