La lettera di Monti potrebbe avere conseguenze sulla vicenda dell’ex patron della Karnak Marco Bianchini

La lettera di Monti potrebbe avere conseguenze sulla vicenda dell’ex patron della Karnak Marco Bianchini.
Saranno i Capitani Reggenti, lunedì, a decidere se Marco Bianchini dovrà lasciare il Carcere dei Cappuccini – dove è rinchiuso dal 16 gennaio - per essere consegnato alle autorità italiane. Dopo il sì del tribunale sammarinese all’estradizione, l’ultima parola spetta ai Capi di Stato. Ben difficilmente, però, la Reggenza si opporrà alla richiesta del Ministero della Giustizia italiano. Anche alla luce del particolare momento che sta vivendo San Marino. La lettera di Mario Monti sembra aprire finalmente nuovi scenari nei rapporti bilaterali; e il Titano ha tutto l’interesse a mostrarsi trasparente e collaborativo. Un “no” all’estradizione sarebbe un segnale fortemente negativo, in questo senso. Senza contare, poi, le ombre sull’operato del Commissario della Legge Marsili, che avrebbe potuto anticipare, in territorio sammarinese, l’inchiesta Criminal Minds. La Commissione Giustizia ha deciso per l’azione di sindacato nei suoi confronti. Il Titano, insomma, ha un forte bisogno di riacquistare credito su questa vicenda. Lo scorso 10 febbraio, al confine di Stato, la consegna della prima parte della documentazione sequestrata sul Titano. Un passo significativo. Il filone che vede coinvolto Bianchini e i suoi uomini di fiducia, ossia Riccardo Ricciardi, Giovanni Pierani, Bruno Platone, ma anche il coinvolgimento dell’ex comandante della gendarmeria Zechini, ascoltato a Rimini ma non indagato, è quello che interessa maggiormente gli inquirenti.

Gianmarco Morosini

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