Logo San Marino RTV

Libia: il premier "ribelle" Ghwell lascia Tripoli

1 apr 2016
Libia: il premier "ribelle" Ghwell lascia Tripoli
Il premier Khalifa Ghwell, ostile al governo unitario di Fayez Sarraj, "ha lasciato Tripoli": lo afferma Libya Herald, secondo cui il responsabile libico "è tornato nella sua città natale, a Misurata". Intanto, in un'intervista, Ahmed Miitig, uno dei quattro vicepremier di Sarraj, indica gli obiettivi immediati del nuovo governo: aiutare la gente a rientrare nelle proprie città e normalizzare la situazione; rimettere in piedi le strutture istituzionali, con riforme moderate e condivise; dare sicurezza e operatività piena alla Banca centrale e al Noc, la National oil company, i due pilastri dell' economia dello Stato; iniziare la guerra all' Isis, per scacciarli dal Paese. Il premier di Tripoli, Kahlifa al Gwell, ha lasciato Tripoli nella notte ed è tornato nella sua città natale Misurata. Lo rende noto il Libya Herald. Nei giorni scorsi il premier si era opposto all'ingresso del premier designato dall'Onu, Fayez al Sarraj e al governo di unità nazionale sbarcato nella capitale libica.

Stando al resoconto del sito Libya Herald, l'ufficio del premier "è stato occupato da elementi del comitato temporaneo della presidenza, i file e i computer sono stati confiscati". La decisione di lasciare la capitale è arrivata "dopo che il consiglio degli anziani di Misurata ha minacciato di destituire" lo stesso Ghwell. "Gli hanno detto che era finita e doveva lasciare. Se non se ne fosse andato lo avrebbero rimosso", afferma una fonte al quotidiano.
La delegazione di Misurata si è "poi recata a piazza dei Martiri, dove uno dei leader delle milizie, Salah Badi, aveva organizzato una manifestazione contro Sarraj. Anche a lui hanno detto di andarsene, e Badi lo ha fatto". Intanto dieci città costiere tra le quali Zawiya e Sabrata hanno formalmente rotto l'alleanza col Congresso di Tripoli (Gnc) e deciso di sostenere il governo di unità. In un comunicato fanno appello al nuovo governo perché metta 'fine a ogni conflitto armato'.
- "Ieri ho parlato con Serraj: non ci ha chiesto contributi militari ma economici, aiuti umanitari e medici. Loro si devono prima consolidare. Il primo messaggio del nuovo governo non può essere 'chiediamo un intervento' ". Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a Washington, ribadendo che "saremmo imprudenti a dire che a pochi giorni dall'insediamento c'è una richiesta di missione internazionale".

VA

Riproduzione riservata ©