Libia: il punto delle ore 19,00

Il Ministro degli esteri Frattini è andato oltre mettendo in dubbio l’utilizzo delle 7 basi Nato italiane per le operazioni in Libia, in assenza di un ombrello dell’Alleanza Atlantica. Anche il premier britannico Cameron ha auspicato il passaggio della gestione militare alla Nato. E la Norvegia, in attesa di un chiarimento sulla questione del comando, ha sospeso la partecipazione ai raid. In Russia il presidente Medvedev corregge il premier Putin – che aveva parlato di crociata dell’occidente in Libia – e ribadisce la scelta dell’astensione e del “non aver posto il veto”, rispetto alla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite. La Nato ha deciso di spostare a domani una presa di posizione ufficiale. Alle 20 comincia la riunione urgente del Consiglio di Sicurezza sollecitato dalla Lega Araba. Sul fronte bellico la Francia, nonostante i “freni” internazionali, ha proseguito i raid mentre il Pentagono ha fatto sapere che dopo la prima fase la portata degli attacchi è stata notevolmente ridotta e la “No Fly zone” potrebbe essere ampliata.
I Jet italiani impegnati nelle operazioni potrebbero passare da 8 a 10, ma finora si sono limitati ad effettuare sorvoli di pattugliamento senza lanciare missili. E’ sempre più emergenza, intanto, a Lampedusa per l’ondata di immigrati: solo nelle ultime 24 ore ne sono arrivati 1400.

l.s.

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