'Madri in Rivolta' davanti alla Prefettura di Rimini: "No ai prelevamenti forzati di minori"

Da 17 giorni protestano davanti alle Prefetture di tutta Italia e questa mattina 'Madri in Rivolta' si sono date appuntamento davanti a quella di Rimini. Dicono no ai prelevamenti forzati di minori ed alle imposizioni violente sulla vita di donne e bambini, chiedendo l'abrogazione del primo comma dell'articolo uno della legge 54 del 2006 sulla bigenitorialità. “Ci sono situazioni in cui il padre è violento, in cui i figli hanno paura di lui e nessuno deve più obbligarli. Se il bambino si rifiuta è necessario ascoltarlo”, spiegano dal comitato.

Nata su iniziativa di quattro realtà attive sul territorio italiano, la manifestazione – spiegano gli organizzatori – propone un'analisi politica e di sistema, al di là dei casi giudiziari specifici. Nell'appello consegnato alle varie prefetture, un monito forte al Governo, affinché fermi l’orrore di allontanamenti coatti di bambini amati, curati, che desiderano soltanto restare a casa loro, dalle loro madri. Parole forti, disperate, di chi si appella ai principi costituzionali di diritto alla salute e alla dignità personale, sanciti da leggi internazionali a tutela dell'infanzia. E alla Ministra dell'Interno 'Madri in Rivolta' chiedono di verificare la legittimità delle procedure dei prelevamenti, “che quasi quotidianamente vengono messi in atto senza neppure verificare quali rischi sussistano per la salute dei minori, in evidente conflitto con la loro manifesta volontà e il loro diritto ad un ambiente sicuro, salubre e affettivamente ricco, senza in molti casi il conforto minimo del parere e dell'assistenza di figure mediche specializzate”.

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