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Maxi evasione fiscale, al via processo ma la prescrizione dimezza gli imputati

Altri tre imputati patteggiano

27 gen 2023
Tribunale di San Marino
Tribunale di San Marino

Evasione fiscale, emissione o uso di fatture per operazioni inesistenti. Al via nel pomeriggio di ieri a San Marino un “maxi processo” con 27 imputati, titolari di ditte e commercialisti sia italiani che sammarinesi. L'inchiesta, che partì nel 2017, è relativa ad un giro di fatture per operazioni inesistenti per un importo ingente: 5 milioni di euro. L'avvio della indagine dopo una serie di verifiche, attorno ad una società sammarinese di consulenze e servizi alle imprese che secondo l'accusa svolgeva attività di fatturazione fittizia per fare figurare l'erogazione di prestazioni inesistenti verso venti ditte. Sala delle udienze gremita, nonostante non tutti gli imputati fossero presenti. L'entità del fascicolo è stata tuttavia ridimensionata dalle forbici della prescrizione.

Circa la metà degli imputati usciranno dal dibattimento come era prevedibile dal momento che l'indagine è di cinque anni fa e il rinvio a giudizio di due anni e mezzo fa. Conti alla mano, ne ha preso atto il commissario della Legge Vico Valentini che nella tarda serata di ieri – dopo una lunga camera di Consiglio- ha anche accolto il patteggiamento di altri tre imputati, ammesso la costituzione di parte civile e respinto la richiesta del pf che chiedeva di rimettere gli atti in istruttoria al fine di riformulare la contestazione da evasione fiscale e truffa allo Stato. Si prosegue l'8 febbraio.

È venuto invece a conclusione un processo per truffa allo Stato per oltre 110mila euro. Condannato il legale rappresentante di due società, Etamec e Intra Trade&Service, che secondo l'accusa dal 2013 al 2015 aveva chiesto rimborsi della monofase non dovuti tramite fatture per operazioni ritenute inesistenti. Il commissario della Legge, accogliendo le richieste della Procura Fiscale, ha condannato Andrea Maria Pallotti a 2 anni e 2 mesi di prigionia, 2 anni di interdizione e multa di 300 euro. Dovrà anche risarcire il danno, da quantificare in sede civile, con provvisionale di 20mila euro.





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