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Meeting, Mons. Tomasi: "Isis blocca qualsiasi possibilità di dialogo"

22 ago 2015
monsignor Silvano Maria Tomasi
monsignor Silvano Maria Tomasi
L'intransigenza, il fanatismo dell'Isis, che si esprimono per esempio nella distruzione del monastero che aveva messo in piedi padre Dell'Oglio, sono il simbolo della mentalità intollerante di questo gruppo fanatico che blocca qualsiasi possibilità di dialogo per poter trovare una strada per porre fine alla violenza soprattutto in Siria, ma anche in tutto il Medio Oriente". Lo dice monsignor Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite a Ginevra. Secondo il diplomatico vaticano, "la situazione in Medio Oriente è davvero tragica e soprattutto sono esposti alla persecuzione e alla violenza e alla violazione dei loro diritti umani fondamentali i cristiani. La distruzione dei simboli cristiani da parte dell'Isis, è l'indicazione di una volontà di non tollerare nessuna forma di pluralismo sociale e quindi di permettere una vita normale nel Medio Oriente". Riferendosi alla persecuzione dei cristiani, monsignor Tomasi sottolinea: "la Chiesa parla di rispetto di tutte le persone, della loro coscienza, della libertà religiosa. A prescindere che uno sia musulmano, cristiano o buddista, quello che è importante è che abbia la possibilità di essere se stesso e di vivere le sue convinzioni profonde nel contesto sociale in maniera tale da non venir limitato e bloccato nella sua libertà. Purtroppo la sensibilità politica del mondo occidentale è limitata in questo contesto. Ci sono delle espressioni che richiamano il dovere di rispettare la libertà di tutte le minoranze religiose nel Medio Oriente ma finché non c'è una soluzione politica alla situazione di guerra, conclude, sembra molto difficile che ci sia una protezione efficace dei cristiano come degli altri gruppi che costituiscono le società medio orientali".

ST

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