Logo San Marino RTV

Miramare: dietro l'omicidio un possibile debito non saldato

23 giu 2008
Euro
Euro
Potrebbe essere un debito non onorato di 6mila euro il movente che ha scatenato la furia omicida di Tarek Omezzine, il tunisino 29enne che ha accoltellato e ucciso sabato sera a Rimini, il connazionale 26enne, Allaia Med Soufeny. Non ancora svolti gli interrogatori di garanzia. Denaro legato a questioni di droga. Potrebbe esserci questo dietro l’omicidio di sabato sera a Miraramare, al Jolly Caffe. L’omicida e la sua vittima – che viveva in Italia senza fissa dimora – erano stati visti litigare anche il giorno precedente, in autobus. Lavoravano nella stessa impresa edile come muratori. Tarek Omezzine, clandestino, è stato arrestato poche ore dopo l’omicidio. Trovati nell’appartamento gli abiti imbrattati di sangue e l’arma del delitto: un coltello con una lama di 12 centimetri. Agli arresti anche una 30enne nigeriana e altre tre tunisini: tutti con l’accusa di favoreggiamento. La nigeriana ha offerto rifugio ad Omezzine nell’immediatezza dell’omicidio, gli altri tre tunisini hanno invece mentito agli inquirenti tentando di depistare e rallentare le indagini. L’operazione è stata condotta in tandem da Carabinieri e Polizia Municipale. Gli agenti che vi hanno preso parte saranno premiati con un encomio formale. Lo ha preannunciato l’assessore riminese Roberto Biagini. Titolare delle indagini il pm Marino Cerioni.

Riproduzione riservata ©