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NASA: completato il primo test di "difesa planetaria"

Il giornalista aerospaziale Matteo Marini: "Per la prima volta l'umanità ha le tecnologie per difendersi da minacce provenienti dallo spazio"

di Giacomo Barducci
27 set 2022
l'intervista a Matteo Marini
l'intervista a Matteo Marini

Un meteorite che minaccia la terra e la missione spaziale che parte per salvare il pianeta. È una scena vista tante volte nei più famosi film di fantascienza ma ieri sera è diventata realtà. La terra naturalmente non è stata pericolo ma la sonda Dart lanciata dalla Nasa ha colpito Dimorphos, un piccolo asteroide dal diametro di 160 metri per deviarne leggermente la traiettoria nel primo esperimento di difesa planetaria.

"L'umanità, per la prima volta - spiega il giornalista Matteo Marini - ha le tecnologie e sta mettendo a punto un sistema di difesa del nostro pianeta e della vita sul nostro pianeta perché, in futuro, potremmo essere in grado di deviare un asteroide che avvisteremo e che minaccia di colpire la terra".

Nei prossimi giorni Dimorphos, che orbita attorno a un asteroide più grande Didymos, sarà tenuto sotto controllo da numerosi telescopi terrestri e dai telescopi spaziali Hubble e James Webb. Le osservazioni serviranno per misurare le minime variazioni della luminosità apparente dell’asteroide e del suo compagno più grande in modo da verificare l’avvenuta modifica dell’orbita.

"Ad accompagnare la sonda Dart - aggiunge Marini - c'era anche una piccola sonda, grande più o meno come un microonde che si chiama LiciaCube e che è nata in Italia. È stata costruita da un'azienda italiana, Argotec, ed è una piccola missione dell'Agenzia Spaziale Italiana, con il compito di fare da testimone oculare. Si tratta anche della prima missione italiana nello spazio profondo interamente costruita dal nostro paese e, durante l'impatto, ha scattato le immagini dell'avvenimento". 

Nel servizio l'intervista a Matteo Marini (Giornalista) 


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