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Nel suo memoriale l’investigatore privato Salvatore Vargiu rivela come funzionava il cosiddetto “Sistema Karnak”

14 mar 2012
San Marino - Nel suo memoriale l’investigatore privato Salvatore Vargiu rivela come funzionava il cosiddetto “Sistema Karnak”
San Marino - Nel suo memoriale l’investigatore privato Salvatore Vargiu rivela come funzionava il cosiddetto “Sistema Karnak”
Il contatto con Karnak, racconta Vargiu, risale al marzo 2008, tramite Giovanni Pierani, uno dei più stretti collaboratori dell’ex patron Marco Bianchini. Il primo incarico era roba da poco: una bonifica in azienda per scongiurare la presenza di microspie. Poi una serie di incarichi, prima per rintracciare una eventuale “talpa” dentro Karnak, che si pensava informasse sia la Finanza sia una società italiana concorrente. Una ventina di persone finirono sotto osservazione. La talpa esisteva, e così il rapporto tra Vargiu e Pierani, racconta sempre l’ex investigatore privato, divenne sempre più stretto. Sotto controllo anche gli agenti commerciali di Karnak: microfoni erano stati piazzati nelle zone fumatori dove si riunivano in pausa. Tramite un ex direttore di banca, Vargiu conobbe il maresciallo della Finanza di Rimini ora accusato di corruzione: l’investigatore, nel suo memoriale, non ne fa mai il nome. Ma nel caveau dell’ex agenzia di investigazioni CIO furono poi ritrovate tutte le prove della sua corruzione. Il finanziere comunque stabilì il suo compenso, e il tariffario pare trovare corrispondenza con le indagini di Criminal Minds: 3.000 euro al mese fissi, 25 euro ogni visura targhe, 100 euro per ogni visura patrimoniale completa, 50 euro per la verifica dei precedenti penali. Vargiu fornisce anche un elenco completo di tutto quanto prodotto dal finanziere e poi utilizzato da Karnak, tra cui anche una nota informativa su Marco Bianchini arrivata dalla Procura di Lamezia Terme per una storia di riciclaggio. “Abbiamo molti nemici – sono le parole che Vargiu attribuisce a Pierani – Bisogna avere vicino persone che contano. Per mantenere una struttura come la nostra bisogna investire, e il prezzo da pagare è anche questo”.

Francesca Biliotti

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