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Nonni di tutto il mondo, unitevi!

Editoriale del Dg Carlo Romeo

7 mar 2020
Il nonno di Heidi nella serie animata
Il nonno di Heidi nella serie animata

Se ho imparato qualcosa leggendo questa settimana i giornali italiani, è che questa vicenda del coronavirus sta facendo sottovalutare, fra le altre cose, un rischio enorme di cui nessuno parla. Un rischio peraltro che, per quel poco che conosco San Marino, non escluderei si possa correre anche qui. Non entro nel merito patologico, c'è già chi lo sta affrontando più che bene. Il virus c'è, forse non da oggi, è pericoloso per i soggetti più deboli mentre tutti gli altri generalmente guariscono (il che fa una certa differenza, senza ovviamente cadere nel cinismo) e comunque ha scatenato mondialmente un bel po' di problemi, tendenzialmente affrontati con responsabilità nonostante i contorni scientifici non siano chiarissimi, visto che è un virus sconosciuto. Vediamo e viviamo comunque atteggiamenti responsabili e soprattutto niente panico perché il panico è di per sè letale. Fiducia e lucidità dunque, come auspica la Reggenza - con un semestre che non ha fatto sconti e che ha gestito con estrema responsabilità politica, se mi è consentito - nonché il Presidente italiano Mattarella dal Quirinale. Fiducia e lucidità, fiducia e serietà, dunque.

Gli esperti e ricercatissimi virologi impongono sapienti comportamenti che ci richiamano alle nostre infanzie dove venivamo, alla prima linea di febbre, isolati spietatamente da fratelli, cugini, amici - "se no gliela attacchi" - e costretti in un letto da dove non potevi alzarti se non per bisogni palesemente urgenti. Altro urlo primordiale che torna alla mente: "Ti sei lavato le mani?", solo che si trattava di un urlo cronico e non ciclico come le influenze. Un po' come le madeleine di Proust, il virus riporta alcuni di noi a un'epoca lontana. E a ben vedere, il virus sta risolvendo in Italia una serie di questioni che parevano ormai completamente arrugginite su se stesse. Niente più elezioni e referendum. Il governo tiene finalmente. Opposizione e maggioranza si parlano civilmente, nella misura in cui sanno farlo e comunque è un passo avanti. La crisi ha finalmente un colpevole. Gli impegni internazionali con i creditori slittano così come slittano scadenze sgradevoli. Le scuole sono chiuse. Il contagio può colpire il sistema carcerario già sovraffollatissimo - una tragedia dimenticata - e quindi con discrezione i magistrati cominciano a prendere provvedimenti per far uscire i più deboli e i più meritevoli in regimi di pena alternativi. I processi saltano e si corteggia la prescrizione - dea dei tribunali incapaci - mentre impegni sgraditi possono essere rinviati causa virus.Solo per fare qualche esempio. Insomma, a bene vedere, questo virus sta portando come spesso accade ai grandi problemi sociali, suo malgrado, anche qualche buon alibi.

Ma il vero grande rischio sociale di cui sopra è ancora ignorato, sottaciuto, sottovalutato. Infatti sta arrivando l'ora X ovvero il momento in cui una delle pochissime categorie su cui si fonda realmente l'Italia - San Marino non so - potrebbe stare per unirsi e ricattare pesantemente il Paese. Si tratta di una categoria troppo spesso vilipesa, sfruttata, ignorata nei momenti in cui non è utile, caricaturizzata in tv da attori baresi o da giornalisti bergamaschi. Ma ora finalmente la Storia le gioca a favore.

Stiamo parlando delle nonne e dei nonni, come è evidente. Se domani si organizzassero in uno sciopero ben gestito che corra da Courmayeur a Augusta, ponendo sul tavolo rivendicazioni di varia natura non trattabili, il Paese andrebbe in ginocchio e sarebbe obbligato a trattare, senza se e senza ma. È ora che gli dei si alzino finalmente anche per i nonni e le nonne, ossessionati da orari, passeggiate, ritiri e consegne minori, pappe, adolescenti brufolosi e incomprensibili, quattordicenni isteriche, compiti assurdi, computer e telefonini intoccabili, atleti in potenza e studenti in assenza, playstation sì e libri no, maleducazioni congenite e accuratamente coltivate con la passione con cui si coltivano in Giappone i bonsai, agende infantili che neppure il CEO di una multinazionale avvicinerebbe mai, bulimie di selfie inutili, conoscenze dell'igiene domestica primitive, eccetera. E poi i propri figli e figlie, genitori chiaramente irresponsabili e concentrati su altro mentre una volta" i figli prima di tutto". Si tratta pure dei nostri figli ma anche di genitori - per capirsi - che danno da mangiare schifezze a soggetti minori che o mangiano come idrovore oppure bisogna inseguirli armati di cibarie con la violenza di un hooligan a un derby e anche qui eccetera eccetera.
Il tempo delle parole comunque è ormai finito e la rivolta serpeggia. Milioni di nonne e nonni si stanno segretamente organizzando in tutto il pianeta, sappiatelo. Se ci sono ritardi nell'organizzazione è solo perchè l'utilizzo di WhatsApp non è ancora chiarissimo ma è solo questione di tempo. La rivoluzione è in corso e non sarà un pranzo di gala. Non si faranno prigionieri. Nonne e nonni di tutto il mondo unitevi, ora o mai più.

cr


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