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Le nuove dipendenze colpiscono anche il Titano

9 ago 2008
Gioco d'azzardo
Gioco d'azzardo
Il gioco d’azzardo patologico, ad esempio, si manifesta con le stesse modalità di una dipendenza fisica da sostanza stupefacente.
Il caso dell’artigiano 43enne che domenica si è tolto la vita a Pesaro dopo essersi indebitato giocando al videopoker, ha riacceso i riflettori su questa malattia. San Marino, prendendo spunto dalla Svizzera, è l’unica realtà in Italia ad aver attivato un’azione di tutela nei confronti del giocatore a rischio, offrendo nella sala Bingo di Rovereta uno sportello con specialisti.
L’associazione “Il Rosso e il Nero” si è costituita a maggio e si occupa per lo più di prevenzione. Tra le iniziative messe in campo: un corso di formazione dei dipendenti della sala da gioco per riconoscere, avvicinare, e indirizzare il giocatore problematico allo sportello. Gli psicologi possono quindi fargli firmare un foglio di autoesclusione per evitargli di rientrare nella sala.
Il fenomeno della dipendenza a San Marino riguarda circa il 2% della popolazione. Tra i giocatori abituali la patologia oscilla intorno al 7%. Il presidente del Rosso e il Nero, Roberto Sailis spiega che l’associazione sta seguendo anche qualche sammarinese. Numerose le richieste d’aiuto, soprattutto dal circondario. A chiamare in alcuni casi amici o parenti del giocatore. La dipendenza dal gioco d'azzardo è una malattia cronica, che necessita pertanto di un intervento terapeutico strutturato. Chi ne è colpito mette tutto in secondo piano e diventa schiavo del gioco e come fosse una droga, sente l’esigenza di aumentarne il dosaggio. Roberto Sailis consiglia alla famiglia di un giocatore patologico di chiedere subito aiuto a strutture specializzate, perché la tendenza di una persona dipendente è quella di negare o minimizzare il problema.
“La patologia – spiega - rende chi ne è colpito ambiguo, bugiardo e manipolativo soprattutto con chi gli sta vicino”.

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