Omicidio a Sassofeltrio, per gli inquirenti si tratta di esecuzione

Omicidio a Sassofeltrio, per gli inquirenti si tratta di esecuzione.
Antonino D’Amato, 36 anni, originario di Palermo ma da tempo residente a Sassofeltrio, è stato trovato sul ciglio della strada, accanto alla sua Ford Mondeo, barbaramente assassinato. Carbonizzato, aveva i piedi legati e la gola squarciata. I suoi esecutori sembra lo avessero speronato per costringerlo a fermarsi e poi lo hanno ucciso, sparando anche due colpi di pistola, uno alla spalla, il secondo alla testa. D’Amato viveva qui dal 2005, e lavorava come pasticcere in un bar di Gabicce Mare. Probabilmente stava tornado a casa da una notte di lavoro quando ha incontrato i suoi assassini. I killer hanno poi cambiato l’auto, una Lancia Thema, dopo averla incendiata per cancellare ogni traccia. Il Procuratore Capo di Urbino, Alessandro Giuseppe Cannavale, coordina le indagini che si annunciano piuttosto complesse. Antonino d’Amato non aveva precedenti penali, non era certo ricco. Separato, aveva avuto tre figli dalla precedente moglie e un quarto dall’attuale convivente. Sembra fosse appassionato di video poker, ed è anche nel mondo del gioco d’azzardo che gli inquirenti stanno indagando, anche se l’efferatezza e lo stile chiaramente mafioso dell’omicidio, fanno pensare a ben altro. Nel video l'intervista a Francesco Formoso (Sindaco di Sassofeltrio)

Sergio Barducci

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