Operatori balneari Confartigianato chiedono tempo per adeguarsi

Il punto sulle problematiche del settore in un momento particolarmente critico per la categoria. Quale futuro per la balneazione italiana è l'interrogativo, nell'auspicio che si arrivi presto all'approvazione di una legge di riordino che, dando certezze alle imprese esistenti e aprendo il mercato a nuove concessioni, porti al rilancio degli investimenti.
Bagnini da tutta Italia, da Chioggia a Forte dei Marmi, da Teramo a Gaeta. La definiscono una battaglia e ne ribadiscono gli obiettivi: “tutela dell'impresa, degli investimenti economici e umani che determinano il valore complessivo e di mercato dell'impresa, un modello di gestione la cui qualità è unitamente riconosciuta”.
Verso una regolamentazione, chiedono un periodo transitorio per adeguarsi – dice il Presidente di Oasi Confartigianato, Giorgio Mussoni – tempo, “per chi sulla certezza del futuro ha investito tutto, soldi e prospettive occupazionali delle nostre famiglie”.
Una sorta di indennizzo, dicono, a fronte “della perdita del diritto automatico alla concessione, sul quale storicamente abbiamo costruito le nostre imprese”. Lanciano un allarme e una riflessione: le possibili infiltrazioni mafiose nel caso in cui le imprese operative sull'arenile della penisola dovessero cedere. Richiamano poi l'attenzione e il legislatore a riconoscere la peculiarità delle imprese balneari italiane, nel livello di eccellenza, quale modello dell'industria turistica, ma soprattutto nella sue caratteristiche, quelle che tengono da generazioni.

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