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Papa Benedetto XVI: crisi economiche e sociali come sintomo di malessere diffuso

9 gen 2012
Papa Benedetto XVI: crisi economiche e sociali come sintomo di malessere diffuso
Papa Benedetto XVI: crisi economiche e sociali come sintomo di malessere diffuso
Il mondo è governato da un malessere diffuso e le diverse crisi economiche politiche e sociali ne sono una drammatica espressione. Con queste parole Papa Benedetto Sedicesimo ha introdotto il consueto discorso di inizio anno rivolto al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Le conseguenze gravi e preoccupanti della crisi economica e finanziaria, ha ricordato il Santo Padre, non ha colpito soltanto le famiglie e le imprese dei Paesi economicamente più avanzati, dove ha avuto origine, ma ha inciso profondamente anche sui Paesi in via di sviluppo. Anzi, sono proprio loro i primi a risentirne gli effetti nefasti, vedendosi costretti a interrompere eventuali rapporti di cooperazione o collaborazione con paesi terzi.
Ecco perché, ha detto Papa Ratzinger, il mondo deve dotarsi di “nuove regole che assicurino a tutti la possibilità di vivere dignitosamente e di sviluppare le proprie capacità a beneficio dell’intera comunità”. E queste nuove regole potrebbero essere scritte dalle nuove generazioni, dal cui malessere già presero vita i fermenti che, nei mesi scorsi, hanno investito Nord Africa e Medio Oriente.
Papa Ratzinger ha quindi rivolto un appello a tutti i governi nazionali affinché pongano il rispetto della persona al centro delle istituzioni e delle leggi. Non soltanto attraverso l’osservanza della libertà religiosa, ma soprattutto con il rispetto della famiglia in quanto cellula fondamentale di ogni società. ”Le politiche lesive della famiglia – ha detto il Santo Padre - minacciano la dignità umana e il futuro stesso dell’umanità». Il Papa ha quindi lanciato un appello al mondo occidentale affinché si opponga a “misure legislative che non solo permettono, ma talvolta addirittura favoriscono l’aborto”.
E sempre parlando di educazione, Papa Benedetto XVI ha ricordato come essa non possa essere ritenuta efficace senza il rispetto della libertà religiosa, definita “primo dei diritti umani, perché essa esprime la realtà più fondamentale della persona”. Il Papa ha ricordato che “la religione non può essere usata come pretesto per accantonare le regole della giustizia e del diritto”. Un affondo dunque contro il terrorismo religioso che anche l’anno scorso ha mietuto migliaia di vittime.
In conclusione Papa Ratzinger è tornato a sottolineare l’importanza della salvaguardia dell’ambiente. “Una educazione rettamente intesa non può che favorire il rispetto del creato. La lotta alla povertà deve essere integrata con la lotta ai cambiamenti climatici: soltanto quando il futuro è certo – ha ricordato il Santo Padre – diventa vivibile anche il presente”.
Tra i diplomatici presenti presso la sala regia del vaticano anche l’ambasciatore di San Marino presso la santa sede Sante Canducci. “Durante il colloquio di saluto diretto – ha detto Canducci al termine dell’udienza – il Santo Padre ha sottolineato che ricorda sempre con grande piacere la visita dello scorso a San Marino sia per l’ospitabilità ricevuta che per le testimonianza di fede e affetto dimostrate dai sammarinesi”.

Stefano Caliciuri

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