ITALIA-SAN MARINO

Pensionati ex frontalieri, Csdl: "L'Agenzia delle entrate rispetti la convenzione"

"La Cassazione ci dà ragione" comunica il sindacato

Nel giugno 2012 Italia e San Marino firmano la convezione contro le doppie imposizioni, che riguarda anche i pensionati frontalieri. Da allora continuano le differenze di interpretazione tra i due Stati. Per il governo sammarinese le tasse dei pensionati vanno pagate solo sul Titano, ma la controparte italiana non adotta un'equivalente e univoca lettura. I sindacati – come si ricorda nell'ultima puntata di Csdl informa - nel 2014 si rivolgono alle Segreterie competenti e portano le istanze degli ex lavoratori frontalieri a Roma, attraverso il parlamentare Tiziano Arlotti, ma la risposta è ancora la stessa: San Marino non interpreta correttamente la convenzione.

Tesi sostenuta anche dall'Agenzia delle entrate dell'Emilia-Romagna, che nel 2023 invia cartelle esattoriali e sanzioni, in alcuni casi molto salate. E così esplode il caso, che coinvolge soprattutto gli ex frontalieri che hanno investito la maggior parte della loro carriera sul Titano. In alcuni casi l'importo richiesto sfiora il 40% della pensione. Il problema – spiega la Csdl – è che l'Italia non ritiene l'Iss equiparabile all'Inps. "Il CSIR San Marino-Emilia Romagna-Marche nel febbraio 2022 - commenta Agostino D'Antonio, segretario Fuli  - ha inviato una lettera a tutti i Ministri italiani di competenza e a tutti i Segretari di Stato; sappiamo che tra San Marino e Italia ci sono stati dei tavoli tecnici anche sulla previdenza, e la conferma ci è arrivata dal Presidente Mattarella durante la sua visita in Repubblica, ma non sappiamo quali risultati abbiano prodotto. Questa situazione non è più tollerabile".

Sullo spinoso argomento interviene anche il Segretario Csdl Enzo Merlini, ricordando quanto scritto dalla Corte di Cassazione nel 2021, ovvero come la nozione di sicurezza sociale sia da interpretare nel suo significato più ampio, includendo anche le pensioni. L'imponibilità – stabilisce la Cassazione – si deve attribuire allo Stato che provvede al pagamento della pensione. "L’Agenzia delle Entrate - afferma Merlini - richiede il pagamento di imposte non dovute in nome dello Stato Italiano; se ci potevano ancora essere dei dubbi fino alla sentenza del 2021, ora non ce sono più, ma non ci risulta che il nostro Governo, pur avendo ragione, abbia preteso che l'Esecutivo italiano intervenisse per far sì che l'Agenzia delle Entrate applicasse correttamente la Convenzione. Se lo ha fatto ma il Governo italiano non ne tiene conto, vuol dire che c’è un evidente problema di carattere diplomatico, di cui occorrerebbe essere a conoscenza".

Nel video le interviste a Agostino D'Antonio (Csdl) ed Enzo Merlini (segretario generale Csdl)

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