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"Il peperoncino fa male", lo afferma la Società italiana di Urologia

13 set 2007
Peperoncino
Peperoncino
Il re degli afrodisiaci a tavola finisce sotto accusa. Il peperoncino, gettonatissimo nel Meridione ma amato indistintamente da un estremo all'altro dello Stivale, rientra tra gli alimenti dannosi per la prostata, con possibili ripercussioni anche sulle performance 'sotto le lenzuola'. Non solo. Per gli uomini amanti della buona tavola le cattive notizie non finiscono qui. Non devono infatti esagerare con la birra, con i crostacei, un altro alimento noto per le sue proprietà afrodisiache, e ancora spezie, insaccati, pepe, superalcolici e caffé. E' questa una delle raccomandazioni contenuta nel decalogo messo a punto dalla Società italiana di Urologia in occasione della giornata europea di informazioni sulle malattie prostatiche. Il decalogo, che promette di far storcere il naso a molti, almeno per le raccomandazioni in campo alimentare, vuole essere una vera e propria dichiarazione di guerra al tumore alla prostata, neoplasia che colpisce circa 46 mila italiani l'anno, uccidendone 7 mila, con "un'incidenza in crescita del 12-13% negli ultimi cinque anni. Inchiodato sul banco degli imputati proprio per una delle qualità migliori che gli vengono riconosciute, "il peperoncino non va consumato più di due volte a settimana", raccomanda l'esperto.

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