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Il pesante deficit dell'AASS riporta in auge la questione degli aumenti tariffari

16 dic 2009
Un buco di oltre 7 milioni di euro che pesa come un macigno. L’Azienda dei Servizi, è risaputo, ne attribuisce la responsabilità “al mancato adeguamento delle tariffe e al gas venduto sottocosto, con la conseguenza di mantenere l’AASS fuori mercato e senza profitto, a differenza della maggior parte delle società che nel mondo vendono energia”. Sulle cifre del buco, nessun commento per ora dai vertici aziendali, in attesa che venga approvato dall’Aula consiliare il bilancio previsionale 2010. Nella relazione tecnico contabile si prospetta però che anche il prossimo anno solo energia elettrica e funivia saranno in attivo - e rispettivamente di 5 milioni 842 mila e 19 mila euro - mentre gli altri servizi chiuderanno tutti in perdita, ad eccezione di pubblica illuminazione e servizio tecnologico, in pareggio. Previsioni che in parte si scontrano con le dichiarazioni ottimistiche del Segretario Fabio Berardi il quale spera in un aggiustamento dei conti nel 2010 e ancora una volta senza la necessità di ritoccare le tariffe, partendo da una base di 844 mila euro di ricavi previsti. Senza aumenti, l’AASS invece teme un buco di bilancio ancor più significativo. “La politica non adegua le tariffe, poi però in caso di disavanzo – si mormora nell’ambiente - è sempre lo Stato ad intervenire, con un risanamento economico che ricade necessariamente anche sulle tasche dei cittadini”. Insomma, “un gatto che si morde la coda”.

Silvia Pelliccioni

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