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Polizia penitenziaria di Rimini sul piede di guerra

17 ago 2010
Il carcere dei Casetti di Rimini
Il carcere dei Casetti di Rimini
“Si tratta di un atto propagandistico”. Non è leggero il giudizio dei sindacati della polizia penitenziaria di Rimini sulla decisione del PRAP di Bologna di aprire la nuova sezione detentiva dei Casetti entro il 20 agosto, alla vigilia cioè del Meeting di CL, al quale è prevista la presenza del Ministro della Giustizia, Alfano e dei vertici dell’amministrazione penitenziaria. “L’apertura fatta in questo modo – sostengono CGIL, CISL, UIL e Sindacato Autonomo - comporterà l’annullamento dei diritti dei lavoratori: revoca delle ferie, dei riposi e turni oltre le nove ore. Il problema del sovraffollamento non può essere risolto – dicono - esclusivamente a discapito delle divise ”. Puntano il dito in particolare sul Provveditore Regionale, il quale – precisano – “pur a conoscenza della grave carenza di personale, prima di intimare l’apertura della nuova ala non si è adoperato affinché nel carcere venissero integrati gli agenti necessari”. Salvano invece, per così dire, il direttore, Maria Benassi, che più volte si è resa portavoce dei problemi e delle esigenze del personale. “La già pesante situazione di sovraffollamento – ci spiega - subirà tra l’altro un aggravio dall’arrivo sabato, proprio in occasione del Meeting, di altri 8 detenuti dal carcere di Padova, e che saranno ospitati nella casa circondariale riminese in regime di semilibertà”. Insomma, aumentano i carcerati ma niente rinforzi. Di qui la decisione di proclamare lo stato di agitazione, comunicando a chi di dovere di assumersi le proprie responsabilità in caso si verificassero episodi lesivi dell’incolumità del personale e dei detenuti, sia per le carenze attuali che per l’apertura della nuova sezione.

Silvia Pelliccioni

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